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Start, okay al bilancio che torna in utile
Spunta il “salvagente” per gli ex vertici

ASCOLI - Approvati all'unanimità i conti del 2017 che hanno fatto guadagnare alla società 354.000 euro. Per gli ex presidenti e consiglieri oggetto dell'azione di responsabilità ci sarebbe la possibilità di evitare le maxi sanzioni grazie al ricorso alla polizza assicurativa
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Via libera al bilancio della Start spa, l’azienda che gestisce i trasporti pubblici urbani ed extraurbani in tutto il Piceno. L’assemblea dei soci riunitasi venerdì mattina in Provincia ha approvato all’unanimità i conti dell’azienda che presentano un utile di 354.000 dopo la “cura da cavallo “iniziata con l’ex presidente Luigi Merli (ora componente del cda) e proseguita con l’attuale numero uno Enrico Diomedi. In casa Start, intanto, bolle in pentola un’altra vicenda delicatissima che potrebbe avere ripercussioni anche sugli equilibri politici ascolani e non solo visto il coinvolgimento di elementi di spicco della maggioranza che regge l’Arengo.

Un bus della Start

Si tratta delle azioni di responsabilità deliberate dall’assemblea dei soci nel dicembre del 2015, e poi anche nel luglio del 2016, nei confronti degli ex amministratori e dei revisori della Start spa e della Start plus. Il “buco” derivanti dai mancati incassi delle agenzie Cameli e Ciabattoni ammonta a quasi 900.000 euro. In un caso si era giunti ad un arbitrato che aveva condannato cinque ex amministratori a pagare in totale oltre 100.000 euro. Una “mazzata” per le tasche personali degli ex governanti della “spa” e della “Plus”. La proposta di arrivare ad una transazione era stata iscritta all’ordine del giorno della seduta dedicata la bilancio, ma è stata rinviata per ulteriori approfondimenti vista la delicatezza del caso. In soccorso degli ex amministratori ci sarebbe ora la possibilità di coinvolgere l’assicurazione, che in precedenza si era invece chiamata fuori, che si accollerebbe gran parte della somma da risarcire alla Start stessa limitando l’esborso a carico delle singole persone ad una quota pro capite molto più bassa di quanto previsto originariamente. Gli ex amministratori confidano anche nel fatto che gran parte del “buco” possa essere coperto dalle proprietà immobiliare sequestrate ai titolari delle agenzie morose e all’ex direttore della società.

rp


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