di Gianluca Ginella
«Non ho ucciso Pamela né l’ho violentata. C’è stato un rapporto sessuale consenziente avvenuto in un sottopassaggio. Non volevo sezionare il cadavere, ho cercato di metterlo in un borsone che ho acquistato in un negozio di cinesi dopo aver constatato la morte della ragazza. Alla fine non c’entrava e ho fatto a pezzi il corpo». Così Innocent Oseghale che ha confessato di aver fatto a pezzi il corpo di Pamela ma non di averla uccisa. Secondo la difesa (Oseghale è assistito dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi), la ragazza è morta dopo aver assunto droghe. L’uomo ha negato anche la violenza sessuale, sostenendo invece di avere avuto un rapporto con la 18enne, ma che era consenziente e che, ha detto, «è avvenuto in un sottopassaggio vicino ai Giardini Diaz».
Oggi Oseghale, 29 anni, è stato sentito per la seconda volta dai magistrati nel carcere di Ascoli. Nel corso dell’interrogatorio ha inoltre detto che Desmond Lucky non era nella casa di via Spalato 124 dove Pamela è stata uccisa. Una versione che contrasta con quelle precedenti. Ha comunque ammesso di essere lui ad avere fatto a pezzi il corpo di Pamela e poi averlo collocato nei trolley.
E’ durato due ore l’interrogatorio bis di Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di aver ucciso la 18enne Pamela Mastropietro lo scorso 30 gennaio. Oggi il 29enne è stato sentito dal procuratore Giovanni Giorgio, da un ufficiale del Racis e dagli uomini della Pg di Macerata nel carcere di Marino del Tronto, ad Ascoli. Gli atti dell’interrogatorio sono poi stati desecretati. Oseghale nel precedente interrogatorio aveva dato una nuova versione dei fatti. Oggi invece gli inquirenti volevano avere un chiarimento su di una circostanza rilevata dall’uomo quando era stato sentito la volta precedente. Oseghale ha negato di aver ucciso Pamela, sostiene invece che la ragazza si sia sentita male dopo aver assunto droga. Un punto che il nigeriano ha sostenuto sin dall’inizio.
Nell’interrogatorio però ha detto cose diverse rispetto al passato, come quella di aver avuto un rapporto sessuale con la 18enne, circostanza che prima aveva sempre negato. Oseghale ha detto di non avere violentato la ragazza, come sostiene la procura, ma di avere avuto con lei un rapporto sessuale consenziente la mattina del 30 gennaio. Rapporto che ha detto essere avvenuto nel sottopassaggio che si trova tra i Giardini Diaz e il parco di Fontescodella. E proprio su questa circostanza è stato sentito oggi. Gli inquirenti gli hanno mostrato alcune immagini del sottopassaggio per sapere se era lì che sarebbe avvenuto il rapporto sessuale e il 29enne ha detto che il luogo è quello. Altra circostanza che aveva sempre negato era quella di aver fatto a pezzi il corpo della 18enne. Questa volta ha ammesso di essere stato lui.
«Non avevo mai fatto una cosa del genere prima» ha chiarito nel corso dell’interrogatorio. Il nigeriano ha detto che l’idea non era di fare a pezzi il corpo ma di metterlo dentro un borsone che ha acquistato in un negozio di cinesi dopo aver constatato che la ragazza era morta. «Ma il corpo non entrava» ha spiegato agli inquirenti. Oseghale ha inoltre aggiunto che, a differenza di quanto aveva sostenuto nella precedente versione, Desmond Lucky non c’entra e non era andato a casa sua il 30 gennaio. In precedenza aveva riferito di aver lasciato la ragazza insieme al connazionale nella sua casa dopo che la giovane si era sentita male e che quando era tornato lui era sparito e il cadavere di Pamela era dentro i trolley. Oggi l’interrogatorio è durato circa due ore dalle 12 alle 14.
(Servizio aggiornato alle 17)
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