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«Come arriviamo a Montegallo?»
Storia di un paese fuori dal mondo
Residenti stremati a due anni dal sisma

IL PROBLEMA della strada provinciale 89 che collega la zona a Umbria e Lazio non ancora risolto. A ciò si aggiungono le buche sulla strada per Comunanza, attualmente interrotta. Un comprensorio che vive di turismo a rischio isolamento. Gli abitanti scrivono al prefetto e al Ministero: «Una situazione vergognosa»
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Uno dei blocchi di accesso alla provinciale 89

di Luca Capponi

Sembra assurdo, ma è vero. Tra una ventina giorni saranno passati due anni dal sisma. Eppure c’è un un comune, quello di Montegallo, che da semi-isolato quale è stato fino ad ora rischia seriamente di restare fuori dal mondo. Con turisti, quelli che ci sono, e visitatori della domenica che telefonano in loco per chiedere: «Ma come facciamo ad arrivare?». La risposta, a breve, potrebbe diventare: «Con l’elicottero».

Un tratto della strada interessato dai lavori

Ironie a parte, la storia della strada provinciale 89, che collega la zona ad Umbria e Lazio, è cosa nota (qui uno dei tanti articoli usciti sul tema). Proteste, azioni eclatanti paventate, raccolta firme e incontri con prefetto, Provincia e Anas hanno contribuito ad “accelerare” l’iter di assegnazione dei lavori. Ma qualcosa ancora non torna, anzi. E i residenti si vedono costretti, per la seconda volta, a scrivere non solo al rappresentante dello Stato Rita Stentella una sentita missiva, ma anche una sollecitazione al Ministero delle Infrastrutture. «Vogliamo agire nella legalità ma ormai il dissenso verso le Istituzioni è forte così come la disperazione dei commercianti, che non riescono a fronteggiare neanche le spese di esercizio a causa di questa situazione. -scrivono i 595 cittadini che hanno sottoscritto la petizione del maggio scorso- Quotidianamente si animano proposte come bloccare cantieri, manifestare sulla Salaria o forzare i cancelli. Ci appelliamo al prefetto, alla sua sensibilità, al suo aiuto, contro quelle istituzioni assopite e disinteressate come Provincia, proprietaria della strada, e Anas».
«Non avremmo mai voluto voluto investirla del nostro problema, ma considerando le promesse disattese siamo costretti a scrivere di nuovo. -dicono rivolgendosi al prefetto- Nel corso della riunione tenutasi proprio in Prefettura un paio di mesi fa, si era stabilito che non appena sarebbe stata messa in sicurezza la parte a monte della strada per il pericolo caduta massi, la provinciale 89 sarebbe stata riaperta senso unico alternato. Per tale operazione, come da accordi con Anas e Provincia, da eseguirsi con priorità, era stato preventivato dai loro tecnici un periodo di 10 giorni. Dall’inizio dell’attività ad oggi ne sono passati trascorsi 40. Dai sopralluoghi eseguiti da alcuni di noi sul cantiere abbiamo appreso che la messa in sicurezza è stata ultimate e sono state fissate tutte le reti di protezione, così come sono stati piazzati i pali di contenimento a valle della carreggiata, quindi un ulteriore ritardo nella riapertura appare ingiustificato».

Il Ponte Moia all’altezza di Bisignano

«I responsabili delle ditte hanno altresì riferito che l’eventuale passaggio di autoveicoli non pesanti, ovviamente disciplinato da semafori nei punti più critici, non comporterebbe loro alcun disagio per il proseguo dell’attività in corso. -si legge- Inoltre, da circa 15 giorni, la Provincia ha interrotto al transito anche la via che collega Montegallo con Comunanza e tutti comuni del maceratese per una piccola voragine creatasi su un cavalcavia all’altezza della frazione Pistrino. Abbiamo altresì appreso che tra qualche giorno inizieranno i lavori di consolidamento del ponte, attualmente chiuso solo parzialmente, che si trova sulla provinciale 89 proveniente da Ascoli, all’altezza della frazione Bisignano. Considerato che Montegallo ha tre strade di accesso, di cui due sono già interdette alla circolazione e sulla terza a breve inizieranno i lavori, si può ipotizzare che a breve il comune resterà completamente isolato».
«Noi montegallesi, sinora pazienti, e consapevoli che i lavori da eseguire sono impegnativi, siamo adesso determinati a ricominciare a vivere. Quindi vogliamo la viabilità aperta. A distanza di oltre due anni dalla chiusura di un’arteria principale come la 89 non è più accettabile attendere ulteriormente. -concludono i residenti- Le promesse dei responsabili non sono state mantenute. Eppure la situazione economica in cui versano le attività commerciale di questo paese è stata ben spiegata. La superficialità e il disinteresse di chi avrebbe dovuto prodigarsi per aiutare questa popolazione sono vergognosi. Non è ammissibile che un comune che vive solo il turismo non possa essere raggiungibile».

 


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