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Why Not, la notte leggendaria
torna a rivivere ancora una volta
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MONTEPRANDONE - Per la terza volta, dopo la prima “resurrezione” del 2016 riapre la storica discoteca open air di sulle ali dei successi che hanno fatto ballare intere generazioni. Il DJ Gianni Schiuma, i fratelli Giudici e altri amici hanno fatto centro ancora una volta
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La grande festa al Why Not

di Walter Luzi

(fotoservizio Alberto Cicchini)

Come l’araba fenice torna a rivivere ancora, dalle proprie ceneri, per due notti, la leggenda del Why Not. E’ la terza edizione dopo la prima “resurrezione” del 2016 per la storica discoteca open air di Monteprandone. Parola forte resurrezione, ma che rende bene l’idea. Perchè la struttura, sia pure abbandonata e fatiscente, ha conservato intatti la sua dignità, l’architettura accattivante e il suo imperdibile fascino, nei ventisette, lunghi anni di chiusura e oblio. Gianni Schiuma, l’anima stessa del Why Not, con l’aiuto dei fratelli Giudici e di tanti vecchi amici, la riporta in vita nel 2016 e bissa la doppia serata celebration nel 2017. Il 15 e 16 agosto di quest’anno la magia riesce ancora agli irriducibili nostalgici di quegli anni ruggenti. Il Why Not torna a rivivere. Ribollente di vita e di emozioni. Come allora. Come il Titanic riaffiorato dal buio degli abissi in tutta la sua maestosità, torna a ripopolarsi dei tantissimi che qui hanno vissuto gli anni migliori, dal 1982 al 1993, della loro vita, e anche di quelli che ne avevano sentito solo parlare. Perchè questa non è una discoteca qualunque, questo è un luogo dell’anima.

E riportarla in vita, al top, solo con le musiche e le canzoni che hanno segnato quei fantastici anni ’80, anche solo per due notti d’estate, non è una pura operazione commerciale. E’ il bisogno di rivivere, tutti insieme, un sogno, un brivido, una grande emozione. Che non hanno prezzo. Il desiderio di riassaporare il sapore dolciastro, per dirla con le parole di Gianni Schiuma, della giovinezza. Perchè il Why Not, nebulosa indefinibile per gli osservatori esterni dell’epoca, era soprattutto un modo di essere e di vivere. Un laboratorio di progetti, iniziative ed energie proiettate verso il futuro. Sono tornati quasi tutti i giovani e le giovani di allora. Tutti a ballare ancora sotto la consolle di Gianni Schiuma, che mette su gli stessi dischi di allora. E anche loro, giovani, lo sono ancora. Dentro. Non è un alibi patetico, l’energia positiva è la stessa di sempre.

Che sorprende persino chi non era ancora nato, quando si andava al Why Not in sella al motorino. E l’amicizia a una ragazza, alla fine della serata, non gliela chiedevi su Facebook, ma guardandola negli occhi. Quando non si aveva timore, ma, magari, solo pudore, di mettere a nudo la propria anima, i propri sentimenti, i propri sogni. Di mostrarsi per quello che si era. Perchè eravamo tutti diversi. Social e smartphone non ci avevano ancora appiattito il cervello e inaridito il cuore. Nè rubato l’anima. Noi, i sempreverdi del Why Not abbiamo avuto questa fortuna. Di sapere com’era il mondo quando il mondo era migliore. E oggi non guardate a quelle pelate obbligate, o al canuto diffuso ritoccato in maniera più o meno invasiva, né alla cellulite sotto le minigonne, e neppure al silicone o al botulino che si affacciano qua e là. I “Forever young” (sarà un caso che questo pezzo sia del 1984 ?) del Why Not sono sempre loro. Guardate i loro occhi, i sorrisi, gli sguardi, gli entusiasmi, la voglia di vivere. Dicono di più. Sono gli stessi di allora. Come le musiche, le canzoni, i balli. Il cuore batte ancora forte. Grazie Why Not.

LA FOTOGALLERY DI ALBERTO CICCHINI


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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