Gino e “La chiave del tutto”
«Tragico e comico facce
della stessa medaglia»

SAN BENEDETTO - Insieme a Michele ha fatto la storia tra Zelig e...Smemoranda. Ricordi e aneddoti per il pubblico di "Incontri con l'autore": «Pubblicare un libro senza di lui mi ha creato qualche imbarazzo». Il thriller già in odore di sceneggiato.
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Un momento dell’evento alla Palazzina Azzurra

di Serena Reda

E’ nell’affascinante cornice della Palazzina Azzurra che si è svolto l’appuntamento di “Incontri con l’autore” con Gino Vignali e il suo libro “La chiave di tutto”. Sebbene il nome di questo autore a qualcuno possa sembrare vago, si tratta dell’ autore televisivo del duo Gino e Michele. Tanti i ragazzi cresciuti con il diario Smemoranda in mano che ricorderanno la loro ficcante ironia.
Domeinca sera 20 agosto, Gino si è dunque presentato in chiave di autore di un giallo a cui «La cornice di thriller va un po’ stretta». Nonostante le tante vittime del romanzo, egli riesce a scardinare tanti luoghi comuni del genere. Forse anche per la visione, assolutamente non banale, che appartiene all’autore. «Ho lavorato nella comicità – ammette infatti Vignali- e credo che tragico e comico siano due facce della stessa medaglia».
Il libro è edito da Solferino ed è pensato come primo volume di una tetralogia. Ogni volume della serie è focalizzato su una stagione. “La chiave di tutto” si svolge in inverno mentre il prossimo romanzo in programma si svolgerà in primavera e sarà intitolato “Ci vuole orecchio”. Seguirà l’estate, il cui probabile titolo sarà “La notte rosa” e infine l’autunno. Diversi i produttori che, dopo aver letto il libro, sono interessati a trarne una trasposizione televisiva.

Gino e Michele

Nulla rispetta i canoni conosciuti. Il luogo in cui si svolge la vicenda è la magica Rimini felliniana ma è una città bianca, sommersa dalla neve e lontana dal caos estivo in cui la si immagina. La città è stata scelta da Vignali per diverse ragioni. In primo luogo, dopo Milano, è quella che conosce meglio essendo il luogo di nascita di sua madre. Inoltre, ammette egli stesso, «tutte le altre Regioni, dalla Sicilia di Montalbano alla Val D’Aosta di Schiavone, erano già state prese». La protagonista e investigatrice è una donna ma, a differenza dei tanti emblematici personaggi del genere thriller, non ha problemi. L’autore spiega che di norma gli investigatori «sembra che per capire il male, il male devono averlo conosciuto in prima persona». Non è il caso della protagonista del suo libro, Costanza Confalonieri Bonnet. Un’investigatrice bella, simpatica, ricca e intelligente. «Correvo il grandissimo rischio -riconosce- di rendere la mia protagonista un personaggio molto antipatico».
L’idea nasce, nella mente di Gino Vignali, dopo la chiusura dell’esperienza del programma Zelig. Chiare le parole dell’artista: «Il varietà, oggi, non paga». È un genere sostituito da talent e reality. Così, «avendo tempo libero e non sapendo cosa fare» Gino da un lato era indeciso sul pubblicare o meno un romanzo, dall’altro si impegnava nella nascita di un nuovo esperimento televisivo.
«Con Michele ho lavorato dal 1976, abbiamo festeggiato i 40 anni» spiega Gino. «Pubblicare un libro senza di lui mi ha creato qualche imbarazzo. Per fortuna lui per primo è uscito con una serie di racconti tratti dai quadri di Hopper» togliendo così lo scrittore milanese da ogni imbarazzo.
Infine l’esperienza avviata in febbraio di “Zelig Tv” sul canale 243 del digitale terrestre. «Con queste idee coraggiose abbiamo rimesso in circolo il sangue». «Da settembre – conclude Vignali – riprenderemo le programmazioni nella sede storica del programma, in viale Monza a Milano»


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