Alex Accorsi
di Luca Capponi
Il nome è l’omaggio a una band che se ne fregava, letteralmente, dei lustrini e delle imposizioni. Un omaggio al loro primo album, all’epoca sottovalutato quasi ai limiti del bistrattato salvo poi essere rivalutato due anni dopo, al successo di “Nevermind”. Il gruppo è ovviamente quello dei Nirvana, e il titolo a cui ha deciso di fare riferimento Alex Accorsi per la sua nuova avventura musicale è “Bleach”.
Alessandra Ercoli
Il musicista ascolano classe 1992, dopo gli studi al Centro Professione Musica di Milano (la scuola di Franco Mussida) e una lunga esperienza da turnista, era approdato alla sua prima fatica da solista grazie alla collaborazione con Michele Quaini; era il 2015 e l’ep si intitolava “Vi presento Alex”, sonorità pop rock, collaboratori come Matteo ed Emiliano Bassi (basso e batteria di Laura Pausini) e Marco Mariniello (Malika Ayane) ma soprattutto un pugno di interessantissimi brani.
Tre anni dopo ecco il turno di “Madagascar“, singolo nuovo di zecca pronto ad essere lanciato sulle piattaforme digitali e su Youtube (dove è già presente) e per cui il Nostro (voce e chitarra) si avvale della collaborazione di Alessandra Ercoli (voce) e Simone “Fin” Marcucci (beatmaker e produttore), un trio unito sotto, appunto, la sigla Bleach. Tutto completamente autoprodotto. Indipendente. E fortemente ambizioso nel suo voler unire il mondo elettronico/rap/trap con quello acustico più “tradizionale”.
«”Madagascar” è una metafora sulla depressione. -spiega Accorsi- Il titolo è nato dopo aver visto “La casa di carta”. C’è un personaggio che, in sostanza, viene visto sempre male per tutta la serie per poi alla fine redimersi. E il continua a ballare che si sente nel ritornello è un ripetere a me stesso che nonostante le difficoltà e il vedere gli altri farcela non devo mollare. Madagascar, proprio come nel film d’animazione, è un posto meraviglioso a cui tutti dobbiamo tendere. Sto usando molto l’ironia ultimamente per descrivere cose che mi fanno stare male e questa canzone è un modo simpatico per mandare in archivio un brutto periodo».
«Perché i Nirvana? Perché proprio loro negli anni ’90 arrivarono con le proprie idee, rivoluzionando tutto ciò che era stato fino a quel momento, sbattendosene dei limiti imposti dal mercato discografico del momento e del decoro. -conclude- Bleach non è un rapper, ma un musicista che vuole solo scrivere canzoni e arrivare ad avere il suo pubblico. Odia i dissing nella scena rap e l’altezzosità di alcuni personaggi del pop, per questo cerca il suo mix e il suo spazio nella scena musicale. Per ora lavoreremo solo con singoli, poi se ci sarà l’opportunità proveremo con un disco vero e proprio».
Due scatti dall’ultima esibizione sul palco del “DistrArte Festival” di Ascoli
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