Il tanfo arriva dal depuratore
I cittadini: «Adesso intervenire subito»

VILLA SANT'ANTONIO - Dopo mesi di battaglie da parte del comitato "Aria pulita" arriva finalmente il responso dell'Arpam: «Le criticità odorigene sono riconducibili alle vasche di equalizzazione del depuratore Consind gestito da Picena Depur». La reazione dei residenti: «Una vicenda piena di mancanze, avevamo ragione. Grave la condotta degli enti preposti»
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di Claudio Felicetti 

Incredibile, ma vero: dopo mesi di ripetute segnalazioni, energiche proteste e pressanti richieste di interventi risolutori da parte del Comitato “Aria pulita”, finalmente l’Arpam certifica, nero su bianco, che i miasmi nauseabondi che da oltre un anno ammorbano i residenti di Villa Sant’Antonio e dintorni provengono dal depuratore consortile situato a un passo dal centro abitato. Un punto fermo, dopo una serie infinita di strampalate ipotesi sulla causa della puzza, di colpevoli ritardi e inerzia dilatoria. «Ora le responsabilità della Picena Depur e del Consind sono chiare -commentano i componenti del comitato-, gestore e proprietario dell’impianto debbono provvedere nell’immediatezza a eliminare il problema, nonché a risarcire i cittadini per quanto pesantemente subìto nel tempo».

A seguito di accurati sopralluoghi all’interno dell’impianto (l’ultimo dei quali effettuato il primo settembre scorso), i tecnici dell’Arpam Valentina Crescenzi, Annamaria Falgiani e Marilù Mele hanno accertato inequivocabilmente “che le esalazioni maleodoranti nella zona erano molto forti e provenienti dall’impianto di depurazione delle acque reflue”.
Nella relazione, firmata dal direttore Arpam Fabrizio Martelli, e inviata a Provincia, Piceno Consind, Picena Depur e al Comune di Castel di Lama, i tecnici sostengono che “le criticità odorigene sono riconducibili alle vasche di equalizzazione poste all’inizio del ciclo depurativo. In tali vasche i reflui vengono immessi, in attesa delle successive fasi depurative, dopo le operazioni di grigliatura e dissabbiatura, pertanto sostanzialmente senza variazione del carico inquinante e del potere odorigeno. Le esalazioni di cattivi odori -si legge ancora nella relazione- si accentuano nel periodo estivo, quando gli apporti dovuti alle acque bianche sono minori a causa delle scarse piogge, e nei fine settimana quando il volume dei reflui con basso carico inquinante in ingresso all’impianto è inferiore a causa del fermo dei processi produttivi che li generano, pertanto i reflui nelle vasche di equalizzazione sono meno diluiti”.
Alla luce di quanto emerso, l’Arpam ha chiesto a Piceno Consind e Picena Depur “di apportare le opportune modifiche tecniche all’impianto per il contenimento delle emissioni odorigene”.
Già alla fine di luglio, su sollecitazione dell’Arpam, la Picena Depur aveva inviato al Consind alcune proposte di azioni preventive per contenere il terribile tanfo. In sintesi, il gestore proponeva il potenziamento della miscelazione in equalizzazione con installazione di ulteriori mixer, l’installazione di impianti di nebulizzazione di prodotti contro le emissioni puzzolenti, copertura dei pozzetti, rilevatori chimici nei punti critici, barriera verde con siepi.
Al Consind, però, le proposte migliorative del gestore non sono sembrate risolutive e lo stesso presidente Domenico Procaccini nella risposta dell’8 agosto scorso ha ricordato che “le emissioni odorigene possono essere ridotte migliorando la gestione con l’esecuzione di piccoli interventi già richiesti, da annoverare nell’ambito di una ordinaria gestione tecnica e manutentiva”.
Dalla corrispondenza intercorsa tra Consind e Picena Depur, pare di capire che ora tra proprietario e gestore si stia aprendo una disputa di tipo contrattuale relativa al soggetto che dovrà accollarsi gli oneri degli interventi richiesti.
La palla ora passa alla Provincia, ente che si era impegnato a effettuare un monitoraggio della qualità dell’aria nella zona interessata (mai effettuato), che dovrà sollecitare gli interventi tecnici necessari al ripristino di un corretto funzionamento del depuratore.
Grande la soddisfazione del comitato Aria pulita.
«Prendiamo atto -dichiarano gli attivisti- che dopo un lungo periodo di proteste e segnalazioni portate avanti con coralità dai cittadini di Villa Sant’Antonio finalmente si è ammessa quella che da sempre era un’evidenza, ovvero che i cittadini sono da tempo avvolti da puzze pestilenziali che vengono dal depuratore Consind gestito da Picena Depur. Abbiamo proseguito dal giugno 2017, in modo incessante e compatto, a fare segnalazioni all’Arpam, di giorno e di notte, poiché la situazione era invivibile.  Solo di fronte alla tenacia delle nostre proteste, che si sono scontrate con molte omissioni e bugie, finalmente oggi si è dovuto ammettere che i cittadini avevano ragione e che il depuratore sta rendendo impossibile la vita delle persone da lungo tempo. Grave è stata la condotta degli enti preposti, come il Comune di Ascoli e la Provincia, che ci hanno promesso molto ma non hanno mantenuto niente.  Provvederanno ora di fronte all’evidenza, con le dovute prescrizioni e sanzioni, o continueranno solo a promettere invano? Prendiamo atto altresì che l’Arpam ha impiegato oltre un anno per accorgersi di una realtà palese».
Da ricordare che nell’ottobre dello scorso anno, durante un’affollata assemblea dei residenti, un tanfo pestilenziale si era diffuso nella sala riunioni, tanto che subito circa quaranta persone si erano recate al depuratore protestando vivacemente. Sul posto erano poi accorsi i tecnici dell’Arpam e i Carabinieri, chiamati dagli stessi manifestanti, che avevano provveduto a verbalizzare quanto accaduto.


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