«Inutile nasconderlo, per noi è una mazzata. Fa rabbia riscontrare che sul territorio ci sono individui del genere, gente che non guarda in faccia a nessuno, e la cosa ci fa letteralmente schifo, soprattutto perché si tratta di persone con cui si è vissuto gli ultimi tempi a stretto contatto. L’unica consolazione è sapere che i Carabinieri, a cui va il nostro plauso incondizionato, continuano a lavorare con scrupolo come sempre. E’ grazie a loro se questo obbrobrio è venuto fuori. Ora confidiamo nelle indagini, che proseguiranno, per conoscere il nome del colpevole, o dei colpevoli, e per vedere cosa accadrà».
E’ amareggiato Michele Franchi. E come lui, che parla anche a nome del sindaco Aleandro Petrucci, tutta la popolazione del comune di Arquata. Che già da tempo, a dire la verità, esprimeva perplessità sulla gestione della rimozione delle macerie. Non solo oggetti personali, ma anche manufatti e arredamenti urbani (almeno quelli rimasti intonsi) secondo molti mancano all’appello. Di certo è che, oltre a questo, si lamenta la mancanza di un adeguato controllo sulle modalità di rimozione delle macerie, questo è certo. Altrimenti quello che è accaduto con l’addetto di PicenAmbiente (azienda a cui è stato affidato il delicato compito) denunciato dai Carabinieri per furto aggravato dopo che in casa sua erano stati rinvenuti oggetti e preziosi sottratti ai terremotati, non sarebbe sicuramente accaduto.
Lu. Ca.
Caso macerie, la Picenambiente: «Il dipendente è stato trasferito ad altro incarico»
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