Sisma e fondi, ancora polemiche
Borraccini: «Ricostruzione bloccata,
governo indifferente»

TERREMOTO - Lo spostamento dei 300 milioni destinati al cratere preoccupa i sindaci del Piceno. Duro il primo cittadino di Rotella: «Si parla solo di Genova ma, con tutto il rispetto, la situazione non è paragonabile. Nelle Marche ci sono 35.000 sfollati e paesi che non esistono più. Sono stupito dal comportamento dalla classe politica nazionale»
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«Sento molto spesso parlare di Genova, del danno gigantesco provocato dal crollo del ponte, delle enormi difficoltà che si incontrano, del dramma di circa 600 sfollati a cui rivolgo tutta la mia solidarietà. Ebbene, con tutto il rispetto, nelle Marche ci sono 35.000 sfollati, abbiamo intere città che semplicemente non esistono più, strade interrotte da mesi, fabbriche chiuse, disoccupazione e un’economia in ginocchio. In questo dramma, nessuno del governo che parli del terremoto o spenda una parola per la gravissima situazione». Continuano le critiche dei sindaci del all’operato dell’attuale esecutivo in materia di post sisma e ricostruzione. Stavolta a parlare è il primo cittadino di Rotella, Giovanni Borraccini, che ripercorre quanto sta accadendo. «Ad oggi, circa 300 milioni di euro di risorse destinate alla ricostruzione sono stati e spostati verso non ben precisati “altri scopi”. -spiega- E’ bene ricordare che questi soldi erano destinati a consolidare versanti, ricostruire strade, migliorare la viabilità, ripristinare condotte di acqua potabile, rifare fognature, tutte opere indispensabili per far ripartire un territorio ferito dal terremoto. Ora con questi tagli tutto si ferma. Sono veramente preoccupato e sdegnato dalla totale indifferenza dimostrata dalla classe politica nazionale nei confronti di un dramma senza precedenti che ha colpito l’Italia centrale».

Il sindaco di Rotella Borraccini

«In questi giorni -prosegue Borraccini- assisto sempre più spesso ed incredulo ad un comportamento delle istituzioni centrali assai preoccupante nei confronti delle aree colpite dal sisma, tra cui anche Rotella. Proprio a causa di questo clima ostativo, cresce sempre più la preoccupazione sull’esito della ricostruzione. Ogni giorno ci giunge notizia di tagli ai finanziamenti per la ricostruzione e tagli al personale tecnico. Infatti, nonostante la comunicazione inviata insieme con altri sindaci dei comuni del cratere, circa il mancato rinnovo del contratti dei circa 700 tecnici in forza al terremoto in scadenza al 31 dicembre 2018, ad oggi, non è arrivato nessun segnale di risposta da parte del governo centrale. Se non verranno date assicurazioni e coperture finanziarie sul proseguo del contratto dei tecnici, i comuni e l’ufficio speciale per la ricostruzione ove vengono consegnate tutte le domande, dal 1 gennaio 2019 si troveranno scoperti e nella impossibilità di dare risposte ai cittadini a gestire la mole enorme di lavoro che il terremoto comporta. Infatti, con carenza di impiegati e complice la burocrazia “massacrante”, la oramai cronica mancanza di personale di ruolo nelle amministrazioni, gli infiniti adempimenti da espletare, si rischia la totale paralisi amministrativa che inevitabilmente si traduce nel blocco della ricostruzione privata. Nondimeno, anche la ricostruzione delle opere pubbliche sarebbe completamente bloccata».

«A questo proposito rivolgo un appello ai parlamentari eletti sul territorio, di qualsiasi colore politico essi siano. -conclude- Chiedo loro innanzi tutto di uscire dai palazzi e incontrare i sindaci per sentire le nostre ragioni. Nessuno del nuovo esecutivo ci ha mai convocato. Sono rimasto assolutamente incredulo quando ho appreso dagli organi di stampa che nemmeno il presidente della Regione Marche, Ceriscioli, era stata ricevuto dal premier Conte. Poi, chiedo loro, di farsi portavoce verso il governo, delle nostre difficoltà e di difendere con forza e tenacia le risorse economiche già destinate alla ricostruzione: ci servono, sono indispensabili. A Genova propongono di andare a manifestare sotto casa di Grillo, qui nelle Marche si potrebbe andare a portare le nostre ragioni sotto casa dei tanti parlamentari giallo-verdi eletti in un territorio colpevolmente ignorato».

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