Il Palazzo di Giustizia di Ascoli (Foto Vagnoni)
«Sconcertante». Non ha altre parole un ascolano, proprietario di un appartamento dato in locazione a una persona che non paga il canone. A luglio del 2017 l’uomo ha ottenuto l’atto di intimazione di sfratto per morosità come previsto dall’articolo 658 del codice civile. L’efficacia del provvedimento è subordinata all’udienza di convalida che dovrebbe essere fissata entro “pochi” giorni. In questo caso la data era stata fissata per il 15 settembre 2017: più che soddisfacente considerati i tempi della giustizia italiana. Ma l’inghippo era dietro l’angolo. Al 19 settembre il primo rinvio del giudice. In quella sede, altro rinvio e sempre senza motivo. Stavolta al 27 aprile del 2018. Nemmeno quel giorno risulta fortunato per il locatore.
La sessione viene rimandata a venerdì 5 ottobre. Anche perché il togato titolare del procedimento nel frattempo, a luglio di quest’anno, è stato trasferito. A far imbufalire l’ascolano ed i suoi legali, un altro inspiegabile rinvio: la prima udienza di convalida dell’atto di intimazione di sfratto, datata luglio 2017, dovrebbe essere (il condizionale a questo punto è d’obbligo) il 30 novembre prossimo. Conclusione, il locatore non riscuote l’affitto e non ha la disponibilità del suo appartamento. Il conduttore, complici le lungaggini burocratiche, sta godendo indisturbato di alloggio gratuito ed il beneficio si sta protraendo per un altro anno e due mesi.
m.n.g.
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