Camere di Commercio insieme:
è la prima volta a livello nazionale

ASCOLI - A breve l'accorpamento diverrà operativo, collocando il nuovo ente camerale delle cinque province ai primi posti in Italia per numero di imprese, addetti e per estensione geografica. Se ne è parlato durante la "Giornata dell'economia" tenutasi tra le cento torri
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di Luca Capponi 

Sarà tra i primi posti in Italia per numero di imprese e di addetti e per estensione geografica. Alcuni lo chiamano “esperimento”, ed in effetti è il primo del genere in Italia, altri vi ripongono molte speranze (“l’unione fa la forza” recita un vecchio adagio) e altri ancora mettono in campo rosee previsioni. Insomma, a breve l’accorpamento delle cinque Camere di Commercio regionali (Ascoli, Ancona, Pesaro, Fermo e Macerata) darà vita a un unico ente camerale per volontà di Stato e Regione. Un passaggio storico di cui si è parlato durante la “Giornata dell’economia” che si è tenuta nella sede della Camera di Commercio di Ascoli, alla presenza del presidente Gino Sabatini, del segretario generale Fabrizio Schiavoni e del vicepresidente della Regione Anna Casini. Con loro, anche il professor Gian Luca Gregori (pro rettore dell’Università Politecnica delle Marche), il quale ha presentato una relazione in merito.

Casini, Sabatini e Gregori

«Una grande sfida, utile per avere maggior peso ed una forza unica per interloquire con istituzioni e imprese e per facilitare l’ingresso sui mercati delle stesse. Sono convinto che questo passo ci darà più voce e innesterà una marcia nuova per il futuro dell’ente» le parole di Sabatini, che ha voluto ringraziare tutti i funzionari che si sono prodigati negli ultimi mesi affinché questo passaggio avvenisse in maniera “indolore”.
Schiavoni invece ha ripercorso l’iter burocratico del decreto legislativo (che in Italia ridurrà le camere da 105 a 60) e profilato le funzioni che avrà il nuovo ente, che ad oggi si compone di 5 aziende speciali e vanta 199 dipendenti. «Siamo convinti che sia un passo importante nonostante non sia stato accolto, almeno nell’immediato, con entusiasmo. -ha aggiunto la Casini- Ci sono le condizioni per cominciare un bel lavoro insieme, siamo i primi in Italia e ne sentiamo la responsabilità, ma ce la faremo».
Gregori ha ribadito, giustamente, come le sedi che resteranno a mo’ “avamposto” sui luoghi di appartenenza non dovranno fungere da mero organo rappresentativo ma dovranno essere operative e vicine alle persone.

Poi ha illustrato dati e studi ripartiti per province, giungendo alla conclusione che se messa in atto con i giusti criteri questa “fusione” potrebbe portare benefici a un territorio i cui dati su disoccupazione e spopolamento, in particolare nel Piceno, suscitano grande preoccupazione. Uno su tutti: nel 2066 i residenti nelle Marche dovrebbero calare di circa 300.000 unità rispetto ai 1.538.000 di oggi. E come dice lo stesso Gregori: «La demografia non sbaglia, avere peso numerico è vitale per riuscire ad avere la giusta considerazione a livello nazionale».


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