Mauro Bochicchio, sindaco di Castel di Lama (Foto Vagnoni)
di Claudio Felicetti
A pochi giorni dalla scadenza del suo mandato, su richiesta urgente del nuovo sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchio, il presidente della Provincia Paolo D’Erasmo convoca (martedì prossimo, 23 ottobre, ore 18), il tavolo tecnico sull’annoso problema dei miasmi provenienti dal depuratore consortile che ammorbano da anni la popolazione di Castel di Lama e delle immediate vicinanze. Torna alla carica anche il comitato civico “Aria pulita”, che punta il dito contro Arengo, Provincia e Arpam. Proprio in questi giorni, infatti, l’insopportabile e nauseabondo tanfo si è diffuso di nuovo nell’aria, nelle ore serali e talvolta anche in quelle notturne, scatenando le energiche proteste dei residenti, infuriati per l’inerzia di chi dovrebbe trovare rimedi urgenti.
Paolo D’Erasmo, presidente della Provincia (Foto Vagnoni)
Visto il silenzio assordante della Provincia, “e l’estrema lentezza dei provvedimenti finora assunti”, Bochicchio ha sollecitato la riconvocazione del tavolo tecnico avviato il 23 novembre 2017, di cui facevano parte, oltre i due enti e l’Arpam, anche i Comuni di Ascoli e Maltignano. Il sindaco lamense ha ricordato a D’Erasmo gli impegni assunti nello scorso febbraio con la firma di un protocollo in cui venivano stabiliti modalità e tempi dei controlli della qualità dell’aria nella zona incriminata. “Il primo settembre 2018 – si legge nella nota di Bochicchio – l’Arpam identificava nel depuratore consortile di proprietà di Piceno Consind, e gestito dalla Picena Depur, la causa di tali odori nauseabondi ma ad oggi, nonostante il lungo periodo trascorso e l’identificazione del responsabile, il problema persiste arrecando continui e incessanti disagi alla popolazione. Si rende evidente -prosegue il sindaco- imporre le dovute prescrizioni alla gestione del depuratore consortile e verificarne il rispetto da parte del proprietario e del gestore”.
“Finalmente -interviene il comitato “Aria pulita”- almeno il sindaco di Castel di Lama si preoccupa dei cittadini e muove un primo passo per tentare di dare una soluzione ai gravissimi disagi nei quali la popolazione è costretta a vivere, nella più completa indifferenza delle istituzioni.
Guido Castelli, sindaco di Ascoli (Foto Vagnoni)
Dopo un anno e mezzo di segnalazioni, l’Arpam ha ammesso che il colpevole delle esalazioni nauseabonde è il depuratore consortile, situato nel territorio del Comune di Ascoli. Ma cosa fa il sindaco Guido Castelli? Dobbiamo amaramente concludere – continuano i rappresentanti del comitato – che ai cittadini di Villa Sant’Antonio, come già in precedenza per la Ocma, Castelli riserva oltre il danno anche la beffa. Ricordiamo il suo solenne impegno assunto durante la seduta del Consiglio comunale di Ascoli del dicembre 2017 quando promise un provvedimento entro e non oltre una settimana. Dopo 10 mesi, stiamo ancora attendendo. Da tempo Castelli sa ufficialmente chi è responsabile, e dunque deve agire. Eppure non si muove. Cosa sta aspettando? E già troppo tardi!
Gravissima, finora, anche la condotta della Provincia, che nel novembre 2017 ha propagandato un tavolo tecnico che non si è mai attivato realmente. E infine l’Arpam, che ha impiegato oltre un anno e mezzo per vedere una realtà palese e adesso, alle chiamate dei cittadini, risponde che gli operatori non verranno più in zona a controllare. Nella giornata del 17 ottobre scorso, la popolazione è stata costretta a subire forti e insopportabili odori nauseabondi per tutta la sera e tutta la notte. Cosa stava succedendo presso il depuratore?
Dopo l’individuazione dei responsabili dell’impianto – concludono – Piceno Consind (proprietario) e Picena Depur (gestore), nessuno si attiva per risolvere il problema, lasciando che la popolazione sia di fatto avvelenata dai miasmi del depuratore. E’ evidente che le istituzioni non stanno difendendo i cittadini, e dunque ci chiediamo: quali altri interessi stanno difendendo?”.
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