Tecnici e sempre più specializzati:
ecco l’ identikit dei lavoratori
ricercati dalle imprese

ASCOLI - Presentata l'indagine condotta su 105 imprese picene. L'appello del presidente Simone Mariani: «Anche lo stage più umile serve come esperienza»
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di Renato Pierantozzi

Tecnici sempre più “specializzati” con esperienze pregresse alle spalle, una buona conoscenza della lingua inglese e dell’informatica con predilezione per l’area della produzione, del marketing e del commerciale. Sono questi i “fabbisogni” di personale emersi nell’indagine che Confindustria Centro Adriatico ha condotto intervistando 105 aziende della provincia di Ascoli. Ne è uscito fuori un “quadro” in linea con la tendenza nazionale dove Confindustria ha stimato la necessità da parte delle imprese di reperire, nel periodo 2018-2022, 432mila “mastertech” (ovvero professionalità dirigenziali, intellettuali e scientifiche ad elevata specializzazione) e 469mila “professioni tecniche high skilled”. Sempre secondo gli industriali, tuttavia, quasi la metà dei tecnici under 29 sarà di difficile reperimento e serviranno, soprattutto, diplomati degli istituti tecnici e professionali, super periti Its e laureati Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).

Il presidente Simone Mariani

«Anche l’esperienza è fondamentale (è richiesta dal 53% dagli intervistati, ndr) -dice il presidente di Confindustria Centro Adriatica, Simone Mariani– per questo dico ai ragazzi di non scartare niente tra le opportunità che hanno come l’alternanza scuola lavoro, gli stage, tirocini anche fatti all’estero. Anche il possesso di un titolo di studio è più importante rispetto al passato quando magari poteva essere preso anche durante il lavoro. Questa indagine è utile per orientare sia le scelte dei ragazzi sia per capire le esigenze delle imprese e per guardare al futuro con un più di ottimismo. Come Confindustria abbiamo subito appoggiato la presenza dei nuovi corsi Its in città e stiamo collaborando anche ad altre opportunità insieme all’Istituto Fermi diretto dalla dirigente Patrizia Palanca». «L’indagine -sottolinea il vice direttore Corrado Alfonzi– è utile anche per orientare chi magari è rimasto senza lavoro e ha fatto percorsi formativi per riqualificarsi. Avendo in mano un’analisi territoriale è più facile capire cosa cercano le imprese».


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