Anche i giornalisti marchigiani
in difesa della libertà di informazione

ANCONA - Flash mob ad Ancona dopo le offensive dichiarazioni di Di Maio. Cartelli con scritto "Qui abita un infimo sciacallo"
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La protesta ad Ancona

di Franco De Marco

Anche i giornalisti marchigiani, come in tutta Italia, oggi sono scesi in piazza, ad Ancona, davanti alla Prefettura, in difesa della libertà di stampa dopo le offensive dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio che ha definito i giornalisti sciacalli, pennivendoli e ancora peggio. «Siamo qui, in difesa dell’articolo 21 della Costituzione, in difesa di un principio che è fondamentale per ogni cittadino e non solo per i giornalisti: la libertà di stampa»: il segretario del Sindacato Giornalisti Marchigiani, Piergiorgio Severini, così ha riassunto il senso del flash mob che ha coinvolto un centinaio di giornalisti. Severini, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche Franco Elisei con il vice Luca Romagnoli e Raffaele Vitali presidente dei Cronisti sono stati ricevuti dal Prefetto di Ancona Antonio D’Acunto. «Lei rappresenta il Governo, per noi è importante questo momento, perché dimostra l’attenzione alle nostre istanze», ha detto Severini. «Il Prefetto – ha commentato sempre Severini dopo l’incontro – chiaramente non ha potuto prendere una posizione, ma ci ha ascoltato e ha sottolineato le parole del Capo dello Stato che è intervenuto per riportare la discussione su giusti binari dopo l’attacco che esponenti del Governo hanno riservato ai giornalisti e alla libertà di informazione».

Da sinistra Vincenzo Varagona, Franco Elisei, Antonio Mastrovincenzo e Piergiorgio Severini

Elisei, ha ribadito dentro e fuori dalla Prefettura che «questa non è una difesa corporativa. La riprova arriva dalle azioni che il Consiglio di disciplina dell’Ordine porta avanti proprio a tutela della corretta informazione e della professionalità dei giornalisti. C’è chi sbaglia, ma non si può generalizzare ed è inaccettabile un attacco come quello subito dal ministro Di Maio. Troppo spesso la voce critica viene letta dal potere come pregiudizio».
Al presidente dei cronisti delle Marche, Vitali, il compito di parlare della base della piramide dell’informazione: «Non ci si rende conto che frasi come quelle espresse dai vertici della politica poi possono avere conseguenze pesanti a livello locale, dove i giornalisti già combattono contro precariato e articoli pagati pochi euro subendo, spesso, attacchi alla loro professione e professionalità a cominciare dai social. Dove già tutto è permesso e dove insulti ed epiteti come quelli dei giorni scorsi danno forza e linfa per proseguire in campagne che arrivano anche all’intimidazione».
Al termine del flash mob, i giornalisti compatti hanno alzato i loro cartelli, ideati a livello nazionale, con scritto “Qui abita un infimo sciacallo”. In piazza, i giornalisti, anche quelli sportivi, rappresentati dal presidente dell’Ussi Marche Andrea Carloni, hanno ricevuto il sostegno dei sindacati confederali, della Cna e della Regione Marche che con il presidente dell’Assemblea Antonio Mastrovincenzo ha preso parte al flash mob annunciando una mozione urgente da far approvare nel prossimo Consiglio regionale a difesa della libertà di stampa. «Massima solidarietà e vicinanza da parte della Regione Marche ai giornalisti nella loro lotta per la libertà di informazione e indipendenza della professione». Così il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, a margine di una conferenza stampa, ha voluto esprimere «la piena adesione personale e della giunta regionale alla manifestazione per l’affermazione della libertà di informazione, sancita dalla nostra Costituzione».


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