D’Angelo, arte eterna
Il ricordo a 7 anni
dalla scomparsa

di Luca Capponi 

Sono passati sette anni da quando la città ha perso uno dei suoi artisti più talentuosi e illuminati. Solo qualche mese prima Claudio D’Angelo aveva dato vita alla mostra “Oltre il buio”, dove le tenebre rappresentavano la tremenda malattia che non gli ha poi lasciato scampo. Nato a Tripoli nel 1938, aveva studiato a Roma ma da decenni risiedeva tra le cento torri; conosciutissimo all’estero (aveva esposto praticamente ovunque), amico di Cesare Zavattini, aveva formato una generazione di artisti, tra cui lo scultore Giuliano Giuliani, in quel luogo di riferimento che era divenuto nel tempo il suo studio.

Opere del maestro (dal sito ufficiale)

Il ricordo di D’Angelo è sempre vivido, tanto che nel giorno della morte, il 23 novembre, partiranno una serie di omaggi che si protrarranno fino al 7 dicembre. In primis il posizionamento della sua installazione “Il sole ed io”, presso la Sala Venere di corso Mazzini, che verrà inaugurata il 23 alle 18  con la presentazione di Antonello Rubini e le letture di Valeria Salvi (visitabile dalle 17 alle 19).
Poi la Galleria Insieme di rua D’Ascoli, che proporrà “Inediti”, una serie di disegni e collage svelata al pubblico il 30 novembre alle 18. Infine, ecco “Tre, bianco”, nello studio Marisa Korzeniecki di corso Mazzini 226, dove il 1 dicembre in serata unica si racconterà quando accadeva proprio a quel civico qualche decennio fa, crocevia di artisti che seppure ispirati in maniera diversa seppe condividere la disciplina del mestiere. Tra questi, appunto, D’Angelo, la cui opera sarà il fulcro di questa performance che mescola arte e musica grazie anche alla presenza di Vincenzo Lopardo con le sue “indicazioni plastiche” e dello swing del Trio Basmati.