Da sinistra Domenico Marozzi, Mauro Bochicchio, Anna Laura Luciani e Renata Alleva
di Claudio Felicetti
Sale la protesta del comitato civico “Aria pulita” contro i miasmi del depuratore. Per far capire alle istituzioni che non molleranno la presa, i residenti della frazione divisa in due Comuni dalla striscia bianca della Salaria hanno programmato un sit-in popolare per sabato 15 dicembre, alle 10, sulle strisce pedonali della strada consolare, davanti alla pizzeria Europa.
«Continueremo la nostra battaglia civile – ha assicurato la portavoce del comitato Anna Laura Luciani – e ci faremo sentire ancora finché il problema non sarà risolto definitivamente. La nostra protesta dovrà rimanere alta e costante perché finora solo con l’insistenza abbiamo ottenuto qualche risultato».
Intanto il sindaco di Castel di Lama Mauro Bochicchio in mattinata ha inviato al nuovo presidente della Provincia Sergio Fabiani una richiesta di riconvocazione del tavolo tecnico (Provincia, Arpam, Piceno Consind, Comuni di Ascoli e Maltignano, Comitato Aria pulita) per conoscere i risultati dell’indagine svolta dall’Arpam sulla strumentazione più idonea al monitoraggio del terribile tanfo emanato dal depuratore (“che fine ha fatto il famoso naso elettronico?”, si chiedono in tanti). Sempre stamane, il sindaco lamense ha inviato al Consind una richiesta di accesso agli atti relativi a quantità e qualità (analisi) dei reflui in entrata nel depuratore consortile di Campolungo e quelli in uscita dall’impianto Uniproject, sempre di proprietà del consorzio intercomunale.
Questi i risultati immediati dell’assemblea pubblica di ieri sera, 21 novembre, organizzata dal comitato Aria pulita nella sala parrocchiale di Villa Sant’Antonio, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone tra cui lo stesso sindaco Bochicchio e altri amministratori comunali lamensi e dell’Arengo. In apertura, è stato mostrato un curioso e ironico video con le dichiarazioni e le promesse, fatte durante una seduta consiliare dell’Arengo, del sindaco di Ascoli Guido Castelli e del presidente dell’assemblea Marco Fioravanti, poi regolarmente disattese, al pari di quelle di altre istituzioni.
La Luciani ha ripercorso le tappe principali della battaglia contro i miasmi che rendono l’aria irrespirabile nella zona di Villa Sant’Antonio e dintorni, rivendicando il successo costituito dall’individuazione del depuratore quale causa principale del puzzo insopportabile, anche se, a detta della portavoce, al tavolo tecnico è ancora forte la propensione ad attribuirla ad altre fonti. “Abbiamo il diritto di sapere cosa respiriamo noi e i nostri figli”, ha concluso perentoria la Luciani.
La dottoressa Renata Alleva dell’Associazione italiana medici per l’ambiente ha messo tutti in guardia sulla pericolosità di certe emissioni inquinanti presenti nell’aria (come ad esempio le diossine sprigionate dalle gomme bruciate), che in certi casi (dipende anche dal periodo di esposizione) possono costituire la causa di tumori, non solo tramite la respirazione, ma anche con l’ingerimento di ortaggi e frutta interessati dalla ricaduta delle sostanze tossiche. «Anche l’inquinamento di tipo odorigeno – ha sottolineato la Alleva – come nel caso del depuratore, può causare problemi alla salute, come irritazioni alla gola e vomito. In questi casi – ha consigliato la dottoressa – è bene farsi certificare i problemi di salute dal proprio medico di base. Per capire se si sono cause ambientali, è consigliabile anche un esame della tiroide. Sarebbe opportuno – ha continuato la Alleva chiedendo un coinvolgimento dei medici di base – fare un elenco delle patologie più frequenti e dei problemi di salute della popolazione interessata, in modo da avere un quadro reale della situazione e fare raffronti con altre realtà». La dottoressa Patrizia Rossini, ex sindaco e medico di base, ha dato subito la propria disponibilità, impegnandosi a coinvolgere anche gli altri colleghi.
«Occorre campionare quello che arriva nel depuratore – ha suggerito Domenico Marozzi del comitato – l’Arpam dovrebbe fare controlli per un mese ai reflui in entrata, e non solo a quelli in uscita come fa ora. Non abbiamo prove di una correlazione con la puzza, però rimangono i dubbi che inducono a sospettare».
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