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Radici e mancata manutenzione
Viale Benedetto Croce è una mulattiera
«E’ pericolosa, intervenire subito»

ASCOLI - Marciapiedi, parcheggi e manto stradale pieni di buche e avvallamenti dovuti alla fisiologica crescita degli alberi sono divenuti ormai una trappola per pedoni, ciclisti e automobilisti. Il parere dell'esperto su un problema annoso che andava affrontato per tempo, in una delle vie più trafficate della città
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Mulattiere in viale Benedetto Croce

di Luca Capponi

(foto di Andrea Vagnoni)

La situazione di viale Benedetto Croce, una delle strade più trafficate della città, è sotto gli occhi di tutti ormai da anni. Le radici degli alberi presenti stanno rovinando marciapiedi ma soprattutto il manto stradale e gli spazi dei parcheggi. Per transitare in maniera sicura senza rompere l’auto ci vorrebbe una jeep, mentre per pedoni e ciclisti…molta attenzione e prontezza di riflessi.

Tale situazione, ben evidente dalle immagini, è frutto ovviamente (anche) della mancata manutenzione protrattasi nel tempo. Ma cosa si può fare, nell’immediato e senza creare danni agli alberi (in maggioranza pini), per ripristinare una situazione degna di un contesto decoroso, prima che qualcuno si faccia veramente male?
«Le radici delle piante che sollevano il manto stradale -spiega lo studioso Gabriele Vecchioni– creano problemi (e danni, anche gravi), a cose e persone. Il pavimento della strada si deforma per il lento ma inesorabile “lavoro” sotterraneo delle radici degli alberi (quasi sempre sono pini) creando avalla­men­ti, buche, crepe e detriti, sgretolando l’asfalto e diventando un problema. Per sistemare la strada, l’Amministrazione dovrebbe togliere il manto stradale o le betonelle, sca­vare, tagliare le radici superficiali, ricoprire e (ri)asfaltare. Il problema delle radici superficiali, delle betonelle divelte e dell’asfalto sollevato si risolverà appena un pedone inciamperà, si romperà i denti e denuncerà il Comune, oppure una macchina andrà a sbattere “per colpa” della strada dan­neggiata».

«Dopo aver smantellato (demolizione e asportazione del marciapiede, della massicciata stradale e delle superfici di calpestio danneggiate) e tagliato le radici, si spera solo quelle superficiali, si inseriscono teli o elementi plastici per ostacolare la ricrescita delle radici e un nuovo problema. Il lavoro successivo consisterà nel rifacimento dei cor­doli stradali e il ripristino della superficie asfaltata e quella a betonelle» continua Vecchioni.

«La scelta di alberare con i pini -conclude- fu fatta in tutta Italia negli anni ’60, dimenticando (o facendo finta di non sapere) che gli al­beri sono esseri viventi e, crescendo, hanno bisogno di spazio. Nel momento della proget­tazione di aree urbane si deve considerare questo “difetto”. Senza nessuna cura (o manutenzione, per usare un termine più tecnico), i risultati sono quelli che abbiamo sotto gli occhi. Per curare il giardino ci vuole il giardiniere… che costa; ma tanto, se aspetti di ripa­rare il danno, costa di più. La tendenza attuale è quella di tagliare i pini e sostituirli con alberi di specie diverse che danno meno pro­blemi.

 

 


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