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Giorno di festa tra i Sibillini
Riapre la chiesa di San Francesco

FORCE - Era rimasta chiusa dopo il sisma, i lavori di consolidamento e ripristino ne hanno reso possibile la riapertura nella mattinata di sabato 1 dicembre. Costo complessivo dell'intervento di 290.000 euro
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La chiesa di San Francesco

La chiesa s’innalza maestosa su una zona ove  sorgeva il Monastero dei frati Francescani, edificato nel 1272, di cui attualmente rimangono la Torre Campanaria del XIII secolo e i due leoni, che un tempo erano a protezione della porta d’ingresso della chiesa. Al Monastero Francescano lavorò anche il pittore veneto Carlo Crivelli, che operò a lungo nel Piceno e dove lasciò testimonianza di numerosissime opere.

Gli ultimi tre da sinistra: Ceriscoli, Fabiani e Curti

Ieri mattina 1 dicembre, dopo la chiusura obbligata dovuta ai danni provocati da sisma, è tornata a vivere la chiesa di San Francesco, costruita nel 1882 dal celebre architetto Giuseppe Sacconi. Alla cerimonia che ha restituito al culto l’edificio, erano presenti tanti fedeli ed autorità tra cui il sindaco Augusto Curti ed i presidenti di Provincia e Regione Sergio Fabiani e Luca Ceriscioli.
«La struttura  era stata colpita dagli eventi sismici del 2016 e attraverso significativi e delicati lavori di consolidamento e ripristino, del costo complessivo di 290.000 euro, il luogo di culto da oggi riprende a vivere. E’ il primo segno tangibile della ricostruzione per la nostra comunità, anche se alcune abitazioni private danneggiate hanno già beneficiato del contributo per la ricostruzione e altre ne stanno beneficiando» ha detto il primo cittadino.

L’interno della chiesa

«Il terremoto ci ha colpiti, ma le istituzioni attraverso il loro lavoro non ha mai rinunciato al valore, all’importanza, al futuro delle nostre comunità e la chiesa rappresenta un punto di riferimento e un elemento d’identità. -ha aggiunto Ceriscioli- La sfida per noi è fare in modo che le risorse importanti messe a disposizione per la ricostruzione permettano di salvaguardare le generazioni che qui si incontrano e che rappresentano l’amore per questa terra. Io voglio ringraziare tutti quelli che hanno lavorato per riparare questa chiesa non solo per il valore e il livello architettonico, ma perché avendo portato anche un solo mattone ha significato mantenere salda questa bella comunità».


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