di Marco Braccetti
Uomini e donne, giovani e anziani. Generazioni di sambenedettesi unite dal filo invisibile della fede e dell’osservanza di un patto che si tramanda da quasi due secoli. Ecco il senso della Festa dell’Immacolata celebrata a San Benedetto. Da giorni si susseguivano i riti preparatori e nel pomeriggio la ricorrenza ha toccato l’apice. Il vescovo Carlo Bresciani ha celebrato una messa solenne presso la cattedrale della Marina. Chiesa davvero gremita di fedeli. Terminata la messa, da piazza Nardone è partita un’affollata processione. Al suono della banda e rischiarato dalle fiaccole, il corteo ha percorso il centro cittadino, per poi salire al Paese Alto. Lì, all’interno dell’abazia di San Benedetto Martire che solitamente custodisce la statua dell’Immacolata, si è svolto il momento clou della celebrazione: la semplice accensione di un lume da parte del sindaco Pasqualino Piunti.
Una piccola fiamma posta proprio ai piedi della Vergine che, però, simboleggia la grandezza delle preghiere, delle speranze, e degli auspici di tantissime persone. Il rito ha radici antiche: viene portato avanti dal lontano 1855, quando la città chiese l’intercessione divina per placare un’epidemia di colera che stava falcidiando la popolazione, accanendosi soprattutto sui bambini. Ci si appellò all’Immacolata Concezione, il cui dogma era stato promulgato giusto un anno prima da Papa Pio IX. Come segno di gratitudine alla Santa Vergine – poiché a Lei venne attribuito il miglioramento della situazione – i sambenedettesi fecero voto perpetuo di celebrare solennemente la Festa dell’Immacolata.
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