di Gianluigi Canistro
«Egli è un buon compositore, un eccellente accompagnatore e professore di canto; lo troverete interessante per il suo talento e per i suoi modi gentili». Così scrive Gioacchino Rossini in una lettera parlando dell’amico Clito Moderati, grande compitore ascolano dell’800, e così si può riassumere la storia di questo artista dimenticato, un musicista che ha girato l’Italia e il mondo, ma soprattutto un uomo distrutto dal dolore per la morte della giovane figlia Maria Nina come ci racconta nei suoi appunti.
Nel foyer del Ventidio Basso, attraverso le parole di Andrea Parissi, musicologo e profondo conoscitore del Moderati, e le letture del giornalista Filippo Ferretti si scopre quindi il mondo dell’artista ascolano, in particolare la sua vita e il suo girovagare: Firenze, Livorno, Roma, Torino e poi Parigi, Madrid e New York, anche se la sua città preferita è stata indubbiamente Ascoli, dove è sempre tornato. Ma Moderati era e resta soprattutto un compositore e allora spazio a Tiziana Ciarma (pianista) e Melissa D’Ottavi (soprano) per ricordare l’opera del maestro, come il “Gonzalvo de Huesca” (1855), opera lirica di grande successo in Italia o il “Cavaliere di Marillac” (probabilmente una rivisitazione del Gonzalvo).
Tra aneddoti su Moderati e le sue composizioni riproposte musicalmente, la conferenza-concerto si è trasformata in un momento culturale profondamente riflessivo e introspettivo nel quale storia e musica si sono incrociate sulla strada della vita. L’evento si è quindi concluso con i ringraziamenti di Andrea Parissi, poi l’intervento dell’assessore alla cultura Piersandra Dragoni che ha ringraziato Parissi, Ferretti, Ciarma e D’Ottavi che hanno contribuito a ricordare la storia dell’artista.
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