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Sisma, sindaci convocati
in Regione
per la nuova ordinanza sui Cas

L'INCONTRO si terrà lunedì 17 dicembre ad Ancona. All'ordine del giorno la bozza dell’ordinanza di Protezione Civile che rivisita i criteri di attribuzione del contributo per l’autonoma sistemazione e la permanenza nelle strutture ricettive. In arrivo alcune sostanziali modifiche
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di Maria Nerina Galiè  

La lentezza nella ricostruzione mal si concilia con la necessità, ormai impellente, di ridurre i costi per l’assistenza ai terremotati. Così, se da un parte i comitati territoriali chiedono al Commissario straordinario Piero Farabollini, all’unanimità, lo snellimento della burocrazia (qui l’articolo dell’incontro a Rieti del 12 dicembre scorso), sul fronte istituzionale il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli convoca, di nuovo, il sindaci dei Comuni del cratere. E’ previsto per lunedì 17 dicembre l’incontro ad Ancona per discutere la bozza dell’ordinanza di Protezione Civile che deve rivisitare nella forma e nella sostanza i criteri di attribuzione del contributo per l’autonoma sistemazione e la permanenza nelle strutture ricettive.

Un edifico lesionato dal sisma

Il documento gira per i pubblici uffici, regionali e locali, dalla scorsa estate. Nel frattempo Farabollini ha preso il posto di Paola De Micheli e le proroghe, dei contratti per i tecnici di Usr e Comuni e dei termini per la presentazione delle pratiche edilizie, hanno dato un po’ di respiro alle amministrazioni comunali e ai cittadini. L’allungamento delle scadenza, però, senza la certezza dei tempi, pesa sui fondi statali ed europei per le emergenze, presso i quali è stato necessario bussare a cassa per far fronte alle spese di Cas e quant’altro necessario a sostenere gli sfollati. Il termine è ancora pertinente dopo due anni e mezzo dagli eventi che hanno cambiato il volto di intere comunità.
Le modifiche all’assegnazione del Cas partirebbero, nell’ordinanza di prossima emissione, da una dichiarazione contenente i requisiti e che ogni famiglia dovrà inviare al Comune di appartenenza entro il 31 gennaio di ogni anno, a partire dal prossimo. Requisiti che i Comuni dovranno sottoporre a verifiche con cadenza annuale e di almeno il 5% dei casi.

Il commissario Piero Farabollini

Tra le condizioni richieste spicca la dimostrazione di aver presentato la domanda di ristrutturazione entro i termini previsti o essere nella condizione di poterlo fare. Si tratta del 30 giugno 2019 con possibilità di ulteriore proroga per i danni lievi e del 31 dicembre 2019 per quelli gravi. Il Cas potrebbe essere sostituito da un contributo forfettario nell’ipotesi di acquisto o di costruzione di una nuova casa purché sia nel Comune di residenza o in uno confinante.
Stesse regole per gli ospiti delle strutture ricettive che dovrebbero essere lasciate entro il 30 aprile 2019 se non ricorreranno più i motivi di permanenza. Uniche eccezioni per una eventuale proroga dovrebbe essere la possibilità di portare a termine l’anno scolastico oppure l’impossibilità, comprovata da parte dei Comuni, di reperire soluzioni alloggiative alternative. Insomma, poco o nulla di nuovo rispetto alle bozze già vagliate in estate e all’inizio di ottobre. Quel che appare chiaro nelle misure che la struttura di Governo intende adottare è la necessità di sollecitare i cittadini a presentare le pratiche di ricostruzione o cercare soluzioni, alternative e definitive. Senza però altrettanta solerzia da parte di chi deve esaminare le pratiche ed avviare le procedure, tra mille paletti e cavilli burocratici, il risultato potrebbe essere del tutto inefficace.

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