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I rifiuti tornano nel Piceno,
ma l’emergenza è solo rinviata

ASCOLI - Trovata la soluzione tampone nei sormonti di Relluce e Geta per i prossimi 4/5 mesi, ma poi si tornerà al punto di partenza. Furiosi i sindaci di Appignano, Castel di Lama e Castignano
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L’area della discarica di Relluce

di Renato Pierantozzi

Quattro/cinque mesi di autonomia smaltendo i rifiuti negli strapuntini (in gergo “sormonti”) delle vasche esaurite (da anni) nelle discariche di Relluce e Geta. E’ la soluzione trovata per far uscire il Piceno dall’emergenza almeno nella prima metà del 2019. Alla riunione dei sindaci dell’Ata (assemblea d’ambito) a palazzo San Filippo è tornato di nuovo l’assessore regionale all’ambiente, Angelo Sciapichetti, che non ha risparmiato bacchettate ai primi cittadini e alle altre province marchigiane, soprattutto del sud. «Nessuna provincia ha il piano d’ambito -accusa Sciapichetti- mentre la Regione ha il piano da 5 anni. In una situazione di emergenza acuta come questa non esiste mai la soluzione ottimale ma soltanto quella possibile. Per questo il fattore tempo è determinante e per il 10 gennaio ho convocato ad Ancona una nuova riunione con i tecnici. Le soluzioni Geta e Relluce non ci fanno superare l’emergenza, ma soltanto la fase acuta. Con Macerata abbiamo aperto un confronto che è aperto e difficile». Furiosi, invece, di fronte alle soluzioni Geta e Relluce i sindaci di Appignano, Castel di Lama e Castignano, i cui territori si “affacciano” sulle discariche, che hanno minacciato denunce alle autorità competenti ed esposti alla stampa nazionale. «In caso di alluvione rischiamo il disastro ambientale -accusa Sara Moreschini di Appignano- e mi chiedo dove sia finito il mutuo soccorso sancito dall’accordo quando Ascoli nel 2012 si prese 30.000 tonnellate di rifiuti maceratesi. Ora che siamo in emergenza noi loro che fanno? Le Marche plurali sono tornate singolari». Contrario anche il sindaco di Castel di Lama, astenuti Folignano e Colli. Il sindaco di Offida Valerio Lucciarini, in qualità di Comune socio della Picenambiente, ha chiesto invece spiegazioni all’assessore Sciapichetti sui motivi che hanno portato la Regione alla revoca dell’appalto delle macerie affidato fino a qualche mese fa alla ditta sambenedettese.

 

 


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