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Novelli, lontano dalla Riviera
tra palco e sala operatoria

SAN BENEDETTO - La storia del chirurgo-musicista. Vive e lavora a Rimini ma quando può torna nella sua città: «Solo con la musica mi sento completo, ma è merito della chirurgia se ho continuato ad avere ispirazione per scrivere e cantare». L'amarcord con le Foglie Sparse e la voglia di esibirsi in "casa". L'ultimo disco è "Alti e Colorati"
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Foto d’epoca con gli amici di San Benedetto

di Epifanio Pierantozzi
“Dr. Novelli e Mr. Giuseppe!”. Così, volgendo in positivo il famoso personaggio creato da Robert Louis Stevenson, si potrebbe presentare il chirurgo-cantautore sambenedettese Giuseppe Novelli, “emigrato” all’ospedale Infermi di Rimini, ma con solide radici in città.
L’occasione per conoscerlo, è lontano da San Benedetto dal ’95 quando partì per l’università di Pavia dove si è laureato in medicina e – soprattutto – chirurgia, è la prossima uscita del suo disco – tanto ormai contano i contatti e gli acquisti on line – “Alti e Colorati”. Il video omonimo è stato girato tra Grottammare alto, San Benedetto e Dozza Imolese, per la regia del suo compagno di liceo Simone DanieliIl brano è uscito lo scorso maggio ed ha suscitato grande interesse con circa 800 passaggi radio su tutto il territorio nazionale e più di 12.000 visualizzazioni YouTube.

Ma, prima, ecco come si racconta.

Il dottor Giuseppe Novelli, oggi medico chirurgo

«La musica e lo scrivere testi, o racconti, hanno sempre fatto parte della mia vita. Sono nato e ho vissuto, e ci vivono ancora i miei genitori, in via Voltattorni. Il “vizio” di suonare e cantare l’ho coltivato con i miei amici, con i quali ho anche messo su un band, Foglie Sparse, durante gli anni al liceo scientifico. Vorrei ricordarne i componenti: Oscar Giovannetti, Luigi Vanacore, Fulvio Silvestri, Marcello Piccinini (rimasto sulla breccia come batterista) e io. Arrivammo a incidere un paio di brani, miei e di Fulvio Silvestri. Mi ero iscritto anche al corso di tromba al “Vivaldi”, ma smisi al quarto anno per andare all’università».

Sembra, da quel che racconta, che gli esami universitari – e parliamo di medicina – e i successivi scuola di specializzazione, dottorato e master non siano riusciti ad avere tutta la sua attenzione, tanto che proprio nel periodo tra Pavia, Milano, Inghilterra e Rimini ha inciso e pubblicato due album: “Giuseppe Novelli” nel 2009 e “Aberdeen” nel 2012. 
«Ho sempre dedicato tempo alla musica, ai testi e ai racconti. Solo così mi sento completato. È grazie alla musica che ho potuto completare gli studi, perché nella musica ho trovato sfoghi e liberazioni, ed è merito della chirurgia se ho continuato ad avere ispirazione per scrivere e cantare. Ho avuto l’occasione, e la tentazione, di passare dalla sala operatoria al palco, ma è meglio così».
Nel luglio del 2009 partecipa a un concorso per Chirurgia agli Infermi di Rimini. E’ in graduatoria, ma anticipa la chiamata poiché arriva a sostituire una collega in maternità. Si avvicina così a San Benedetto, dove torna appena può, e non manca mai per le “feste comandate”. 

«Vanto un nonno, Fabio detto “Rassille”, che faceva il funaio lungo l’Albula. Nella casa paterna in via Voltattorni ho ancora mio padre Antonio, che ha una piccola azienda, e mia madre Maria Assunta Cataldi, temuta professoressa di matematica alle medie “Sacconi”. Con mio fratello, Fabio, mi vedo poco poiché è laureato in Fisica ed è ricercatore universitario in Germania».

Il dottor cantautore Giuseppe non lo dice, ma certo gli farebbe piacere essere invitato a esibirsi su un palco per il grande pubblico, anche se già lo ha fatto un paio di estati al “Kontiki”. Ora con la sua attuale band, ma se gli amici delle“Foglie Sparse” non si sono arrugginiti troppo, magari un “amarcord” non sarebbe male. 
PS – Il chirurgo Giuseppe Novelli è uno specialista in chirurgia laparoscopica gastrointestinale e della parete addominale, ha avviato e gestisce il Centro Ferite Difficili della UO Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale Infermi, guidata dal primario Garulli. Ha eseguito come primo operatore oltre 1.000 interventi chirurgici di media ed alta complessità in regime ordinario e d’urgenza. Almeno altrettanti come tutor. 
PPS – Si potrebbe scrivere di chirurgia robotica, dei titoli del dottorato, dell’esperienza in Burundi come chirurgo, di un diario autobiografico finalista premio Pieve Santo Stefano, con passaggi radio…ma forse è meglio ascoltarlo sul palco.

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