di Luca Capponi
Stavolta sul palco di Sanremo ci sale per davvero. Non come partecipante, ma come direttore di orchestra. Dario Faini, uno degli autori più richiesti dal panorama nazionale (ma capace di varcare gli italici confini con il progetto Dardust), è d’altronde un habitué dell’Ariston: dal 2012 ad oggi ha partecipato a ben sei edizioni del festivalone. Sempre in qualità di autore, scrivendo brani per gente, ad esempio, come Francesco Renga, Cristiano De André, Giusy Ferreri, Noemi.
Dunque, un suo brano tra big non fa quasi più neanche notizia. Stavolta è il turno di Mahmood, uno dei vincitori di Sanremo Giovani che salirà sul palco con un pezzo di cui ancora non si conosce il titolo ma scritto dal musicista ascolano (e siamo a sette), che lo ha prodotto insieme a Charlie Charles, uno dei numeri uno quando si parla di sonorità (t)rap.
Ma, come detto, c’è anche altro. Faini, infatti, oltre a dirigere l’orchestra durante l’esibizione di Mahmood, lo farà anche per gli Ex Otago, che parteciperanno con “Solo una canzone”. Il gruppo genovese ha voluto Faini in tale ruolo, nonostante il brano non porti la sua firma. Desiderio condivisibile, visto che, semmai ce ne sia stato uno, quello appena trascorso è stato uno degli anni più fecondi per il Nostro. Basti citare la bellissima “Se piovesse il tuo nome” scritta con Calcutta e Vanni Casagrande (altro autore piceno), che ha consentito ad Elisa di raggiungere diversi record, tra cui quello delle otto settimane consecutive in testa alle classifiche radiofoniche, o il successo dell’album “Love” dei Thegiornalisti da lui prodotto, col singolo New York (in cui Dario appare anche nel videoclip) appena fregiato col disco di platino.
Insomma, l’uomo dei record continua a colpire. In attesa di vedere (e soprattutto ascoltare) cosa sfornerà per il terzo lavoro in studio della sua creatura sonora Dardust, che vedrà la luce nel corso del 2019
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