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«Ha urlato “negre”
a mia figlia e alla cugina,
poi ha tirato un petardo verso di loro»

MACERATA - Episodio di razzismo in via Garibaldi poco dopo la mezzanotte nel nuovo anno. Il racconto della madre di una 21enne italosenegalese: «Quando hanno visto che l’uomo accendeva qualcosa sono scappate e così hanno evitato di essere colpite. Faremo denuncia»
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di Gianluca Ginella 

Tira un petardo verso due ragazze nere, poi urla loro “Negre” e fa il saluto romano. Un episodio di razzismo avvenuto nel centro di Macerata nella notte di Capodanno. A raccontare l’accaduto è la madre di una delle ragazze, che chiede di mantenere l’anonimato sia per lei che per la figlia. I fatti sono avvenuti poco dopo Capodanno.

 

Il post su Facebook della 21enne italo-senegalese

 

Una ragazza 21enne, italosenegalese, si trovava insieme alla cugina, pure lei originaria del Senegal, nel centro di Macerata, «erano state a cena da me e poi avevano deciso di andare in piazza per festeggiare» racconta la madre della 21enne. Intorno all’1 o alle 2 del primo gennaio, le due ragazze si trovavano in via Garibaldi ed è lì che hanno incrociato un uomo che stava con una donna.

Via Garibaldi

«Hanno visto che l’uomo le fissava, poi lo hanno visto accendere un petardo che teneva in mano, nonostante i botti fossero vietati, e a quel punto hanno compreso le sue intenzioni e sono scappate» racconta la madre della 21enne. L’uomo a quel punto ha lanciato il petardo «verso le ragazze che si sono spostate per evitarlo e ha urlato contro di loro “negre”. Poi ha fatto il saluto romano» racconta la donna. In quel momento c’erano anche altre persone in via Garibaldi per festeggiare il Capodanno «ma nessuno è intervenuto o ha fatto niente. In compenso la donna che era con quello che ha tirato il petardo rideva». Un uomo che «mia figlia e la cugina non conoscono, secondo loro potrebbe avere 50-60 anni. E’ andata bene che si sono spostate perché potevano farsi male se il petardo le colpiva» dice ancora la madre. Ora l’intenzione della famiglia è di denunciare l’accaduto, sia per il gesto razzista, che per il saluto romano. Come sta la ragazza? «Non è un bel vivere. Anche l’anno scorso le era successo un episodio di razzismo a Macerata, le avevano detto “Negra torna a casa tua”. Questa notte non è neanche riuscita a dormire» racconta la madre. La figlia è nata in Italia, dove ha sempre vissuto e dove lavora. Dopo questo episodio la famiglia ha ricevuto «tanta solidarietà, da tutta Italia». Un gesto grave che colpisce due ragazze che erano semplicemente in giro per la città a festeggiare il Capodanno, e che avviene ancora una volta a Macerata, città già colpita, undici mesi fa, dal raid razzista di Luca Traini.


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