Provincia, parla il presidente:
«Viabilità prima emergenza,
sulla ricostruzione ritardi inspiegabili»

ASCOLI - Intervista a Sergio Fabiani: «A febbraio visiterò tutti i Comuni partendo da San Benedetto e Arquata del Tronto. A mio avviso, il contributo di autonoma sistemazione è eccessivo e rischia di non far tornare la gente a vivere nelle zona del sisma»
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Sergio Fabiani (Foto Andrea Vagnoni)

di Renato Pierantozzi e Maria Nerina Galiè
La legge Delrio (numero 56 del 2014, seguita da numerosi aggiustamenti) ha rimodulato oneri e onori delle Province italiane, ora Enti di secondo livello “relegati” a coordinare i Comuni su temi annosi quali viabilità, ambiente ed edilizia scolastica a fronte di una decurtazione delle provvidenze. E c’è il terremoto, entrato a gamba tesa in tutti i settori di competenza di alcune Province, tra cui quella di Ascoli Piceno, alle prese con una situazione debitoria di 18 milioni di euro.

Tutto ciò non ha frenato l’entusiasmo di Sergio Fabiani, alla guida di Palazzo San Filippo e gratuitamente come legge impone, dopo essersi imposto su Pasqualino Piunti il 31 ottobre scorso. «Dal 1990 non ho perso un’elezione -dice il presidente- Amministrare è una cosa bellissima! E le Province hanno l’importante compito di essere vicine ai territori».
Fabiani dal 2006 è sindaco di Montegallo, paese di 507 abitanti. Ha dovuto vedersela con Pasqualino Piunti, primo cittadino di San Benedetto del Tronto che ne conta più di 47 mila. Davide contro Golia? Niente affatto. Il nuovo presedente della Provincia di Ascoli Piceno ha ben ponderato la vittoria. «Ho visitato personalmente 27 Comuni su 33 –precisa – e sapevo di avere i numeri. Adesso tornerò su tutti, per capire meglio le singole esigenze, partendo proprio da San Benedetto. Il secondo sarà Arquata del Tronto, simbolo del terremoto».

Strade chiuse dopo il sisma a Montegallo

La campagna elettorale itinerante l’ha messo subito di fronte ad un’evidenza: 960 chilometri di strade provinciali pressoché prive di manutenzione da anni, che hanno visto aumentare l’utenza in numeri ed esigenze. «Mancano requisiti fondamentali per la sicurezza. Grazie a sostanziosi contributi statali, interverremo su tutto, dal manto stradale fortemente compromesso alla strisce bianche, indispensabili in caso di nebbia. Le opere saranno effettuate dall’Anas su delega della Provincia in quanto ha a disposizione sia i mezzi che gli uomini». La conversazione scivola inevitabilmente sui nodi cruciali per la viabilità picena, per molti alla base anche della ripresa post sisma.

Presidente Fabiani, che cosa può fare la Provincia?
«Per il completamento della Mezzina la Regione ci ha appena stanziato 6 milioni e 800 mila euro. Dobbiamo poi lavorare la realizzazione della terza corsia sulla A14. Che non si ripeta più quanto avvenuto la sorsa estate. Traffico in tilt per mesi e su tutta la costa per un incidente (della Galleria Castello di Grottammare, ndr)».

Il ponte di Rubbianello sarà finalmente ricostruito?
«Intanto è stata terminata la messa in sicurezza. Le ditte appaltatrici hanno ora presentato la variante necessaria alla prosecuzione dell’opera, in ragione degli ulteriori danni imputabili ad alluvioni e terremoti. Per questo abbiamo già chiesto i finanziamenti alla Regione. Il cantiere deve assolutamente ripartire». Sui tempi però Fabiani non si pronuncia. E’ un veterano della politica, sindaco e presidente per 12 anni dell’Unione montana del Tronto. Difficile coglierlo impreparato. Tutt’al più mette le mani avanti con la “scusa” di essere “nuovo” alla carica.
Sa tutto invece in fatto di terremoto. Montegallo ha avuto frazioni con oltre il 90% di edifici gravemente inagibili. «E’ una ferita che ci porteremo dietro per sempre -risponde il presidente- La ripartenza è dura e impone chiedersi seriamente quale sarà il futuro dei paesi che andremo a ricostruire. Il maggiore pericolo è lo spopolamento delle aree interne. incentivato, secondo me, da un’eccessiva disponibilità economica, associata alla lentezza della ricostruzione. Ritengo il contributo per l’autonoma sistemazione una misura troppo generosa. Questo ha favorito l’esodo di molti, soprattutto giovani, verso la città e la costa. Lì rimarranno per anni, visti i tempi della ricostruzione. Si riuscirà poi a riportarli in montagna? Ci sono ritardi su alcuni aspetti che appaiono inspiegabili».

A quali si riferisce in particolare?

«Parlo ad esempio della realtà che conosco bene: a Montegallo, ad esempio, (dove la ricostruzione di un aggregato di 17 unità abitative è già partito ed un altro sta per farlo, ndr), ci sono invece nove frazioni da perimetrare. Ebbene da settembre deve essere firmato il decreto che stanzia 600.000 euro per le progettazioni tecniche. Poi il Comune avrà 180 giorni per i piani. Stiamo ancora aspettando»

Gli eventi del 2016 hanno messo a nudo un’altra carenza della provincia picena: nessun edificio scolastico era a prova di terremoto. A che punto siamo con i lavori?
«Sono state completate le verifiche di vulnerabilità sismica e in quasi tutte le scuole sono stati avviati i cantieri per la messa a norma. Con i fondi elargiti allo scopo non avremo più scuole a rischio».

(1-continua)

 


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