«Ascoli Nostra plaude alle iniziative delle deputate Silvestri e Latini e chiede agli amministratori locali e, soprattutto, ai nostri rappresentati a Roma di coalizzarsi, senza differenziazioni di colori politici, per ottenere questo riconoscimento dando prova all’elettorato di essere degni del loro mandato». Il riconoscimento di cui parla l’associazione riguarda i reperti longobardi piceni rinvenuti a Castel Trosino nel 1893 e conservati da decenni al Museo dell’Alto Medioevo di Roma, per quella che è divenuta una disputa storica (mai termine fu più adeguato) tra Ascoli e Roma.
«Ad eccezione del contenuto di due tombe nel 2004, i reperti sono tutti nella Capitale. -continua “Ascoli Nostra”- Il materiale esposto nel museo di Roma è nella stragrande maggioranza proveniente da Castel Trosino, che costituisce la parte più pregiata e preziosa. Il resto proviene da Nocera Umbra. C’è da tenere in considerazione anche il moltissimo materiale non esposto e conservato nei depositi del museo romano. I reperti ci appartengono di diritto ed è ora che tornino in città».
“Ascoli Nostra”, da anni, si batte in prima linea per questa causa. Esattamente dal 1995, tra manifestazioni, ricerche, appelli e incontri con ministri; nel 1996, addirittura, i membri Gianni Silvestri e Pirjo Reinikainen ritrovarono nell’archivio diocesano il contratto, datato 24 maggio 1893, tra l’allora parroco di Castel Trosino don Emidio Amadio e il soprintendente Edoardo Brizio (tra i testimoni figura anche Giulio Gabrielli) in cui, al punto cinque si cita: “Gli oggetti diventeranno così proprietà dello Stato, il quale ne destinerà in dono una buona rappresentanza di duplicati al Museo Civico di Ascoli Piceno”. La partenza del progetto di realizzazione del Museo dell’Alto Medioevo tra le cento torri (inaugurato poi nel 2014 presso il Forte Malatesta) sembrava il prologo all’agognato ritorno, invece niente: nei sei bellissimi ambienti, compreso l’ultimo livello della chiesa della Madonna del Lago che è dedicato a Castel Trosino, ci sono solo i reperti delle due tombe restituiti nel 2004, nulla rispetto all’enorme quantità che fu ritrovata durante gli scavi del 1893 in 239 tombe, di cui 33 con ricchi ornamenti funerari e decine di oggetti.
«Per rimanere in tema, nel giugno del 2011 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità la “Via Longobardorum”, citando otto luoghi toccati dal popolo germanico nella penisola. -va avanti l’associazione- Castel Trosino, con la sua importante necropoli, non è stato inserito nella lista. Sembrerebbe che, nonostante una tempestiva segnalazione del professor Gaetano Rinaldi, l’Amministrazione Comunale non sia riuscita a presentare la domanda. Non dimentichiamo inoltre che ai reperti longobardi di Castel Trosino si aggiungono quelli delle tombe ostrogote trovate a Cagnano di Acquasanta, nel 1956, durante la realizzazione del campetto da calcio. Gli oggetti rinvenuti furono spediti ad Ancona per il restauro e giacciono inutilizzati in casse presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche in Ancona, tranne che per sporadici episodi in cui furono prestati nel 1994 e nel 2010 per le mostre dei Goti. E’ opportuno che vengano restituiti e degnamente esposti nel museo di Forte Malatesta».
«Ottenere un ricco ed importante museo nel Forte Malatesta rappresenterebbe un enorme volano per il turismo, che rappresenta una delle poche risorse del nostro territorio così fortemente colpito dal sisma e dalla crisi economica. -è la conclusione di “Ascoli Nostra”- Non possiamo perdere anche questa opportunità. L’impegno mostrato sull’argomento da Rachele Silvestri (M5S) e Giorgia Latini (Lega) ci fa ben sperare. Altra bellissima notizia, da parte dell’Amministrazione Comunale, è quella dell’imminente apertura di un museo interattivo nell’interno del Forte Malatesta. Le proiezioni avverranno nella sala circolare a piano terra della Madonna del Lago e spiegheranno la storia dei Longobardi, proiettando tutt’intorno immagini in 3d senza l’ausilio dei visori. Questo è un’ulteriore tassello che promuove sempre di più il Forte Malatesta come struttura degna di ospitare un importante Museo dell’Alto Medioevo».
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