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C’era una volta il borgo marinaro
La “Festa dei funai” racconta la storia

SAN BENEDETTO - Il 31 gennaio si comincia con le visite guidate al sentiero dedicato all'antico mestiere. Il 3 febbraio messa alla Madonna della Marina e presentazione de "Il giro del mondo in un sentiero: San Biagio patrono dei funai e canapini". Il sindaco Piunti: «Una società senza memoria non cresce»
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Tutti pronti per la festa dei funai

di Benedetto Marinangeli 

«Una società che non ha memoria non cresce. Non siamo apostati, non rinneghiamo le nostre origini ma ne siamo fieri». Con queste parole il sindaco Pasqualino Piunti ha aperto la conferenza stampa di presentazione della Festa dei Funai in programma domenica 3 febbraio.
«Era -ha aggiunto- un lavoro faticoso realizzare le reti per la pesca ed anche io da piccolo ho girato la ruota a mio nonno che faceva il funaio. Poi l’opera dei ragazzi è stata sostituita da un motorino elettrico. Questa festa è una tradizione che dobbiamo portare avanti per fare capire ai più giovani da dove vengono e come, da borgo marinaro, San Benedetto sia diventata la quarta città delle Marche».

Il piccolo funaio (foto di Alberto Cicchini)

La Festa dei Funai inizia il 31 gennaio con delle visite guidate riservate agli istituti scolastici cittadini sul sentiero dei funai dietro al vecchio “Ballarin”, nei pressi della ditta Perotti Cavi, che si concluderanno il 1 febbraio. In caso di maltempo le attività si terranno all’interno del Museo del Mare. Ma la giornata clou è quella del 3 febbraio, giorno di San Biagio patrono dei funai. Alle 11, presso la Cattedrale Madonna della Marina verrà celebra una messa dal parroco don Romualdo Scarponi. A seguire verrà presentato “Il giro del mondo in un sentiero: San Biagio patrono dei funai e canapini”, ricerca storica svolta dall’archivista comunale Giuseppe Merlini.
«Come ogni anno -dice l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri– celebriamo la festa dei funai. Il mio più sentito ringraziamento va alla ditta Perotti Cavi ed in particolare a Francesca Damiani e Paola Perotti che hanno continuato l’opera dei propri avi. Tre generazioni che custodiscono questa storia. Lì esiste l’ultimo sentiero dei funai dove si recheranno i bambini delle scuole. Come Amministrazione vogliamo raccontare ciò che è stato e ciò che è ancora oggi accade in città. Una linea tracciata due anni fa e che ripercorriamo di nuovo».
«Ai bambini -aggiunge lo storico Merlini– raccontiamo ciò che hanno vissuto i loro coetanei di 100 anni fa. Una vita di sacrifici totalmente diversa da quella di oggi. La festa dei funai fu per la prima volta celebrata il 3 febbraio 1911. Don Francesco Sciocchetti fece arrivare da Ascoli dei nuovi altari e dopo la messa invitava a pranzo i funai per sollevarli per un giorno dalla loro miseria. La famiglia Perotti da sempre si è occupata di corda e canapa e la ringrazio per la fattiva collaborazione. Domenica prossima, poi, verrà presentato uno studio, un racconto inedito sui funai. Molti storici locali hanno scritto su di loro, ma abbiamo trovato nuovi documenti e nuove notizie. Invitiamo la cittadinanza a partecipare per riscoprire così le proprie origini».


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