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Nuovo ospedale, De Angelis:
«Meglio tra San Benedetto
e Monteprandone»

SANITA' - Il primo cittadino di Cossignano dice la sua in vista della conferenza dei sindaci in programma il 7 febbraio alla sala convegni del Piceno Consind di Ascoli: «Ritengo che si dia troppa importanza al presidio ospedaliero piuttosto che ai servizi sanitari territoriali. Così l'ospedale "Mazzoni" verrebbe rinforzato. Manca un progetto complessivo di sanità su scala regionale»
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Nuovo ospedale di primo livello, il sindaco di Cossignano Roberto De Angelis “punta” su un’area tra San Benedetto e Monteprandone in vista della riunione della conferenza dei sindaci in programma, salvo nuovi rinvii, per il 7 febbraio alla sala convegni del Piceno Consind. Dovranno esprimere un parere sulla realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero che 11 sindaci della costa ora vogliono non più a Pagliare del Tronto, ma più ad est con la trasformazione del “Mazzoni” come ospedale di base senza rianimazione e specializzazioni.

Roberto De Angelis (foto Vagnoni)

«Su scala regionale -dichiara De Angelis- ogni territorio provinciale, ha rivendicato un assetto ospedaliero, di un certo tipo, dove undici sindaci della costa, hanno approfondito alcuni aspetti specifici da sottoporre all’attenzione di tutti i primi cittadini della provincia di Ascoli e questa nuova proposta tiene conto dei bacini demografici e dei flussi di accesso ai servizi ospedalieri. E’ chiaro che si tratta di una proposta diversa rispetto a quella iniziale, dove secondo noi, compreso il sottoscritto, abbiamo preferito questa formulazione che coglie maggiori opportunità di servizi, rispetto al decreto “Balduzzi”». 

«Il nuovo ospedale di primo livello -prosegue- andrebbe ben collocato tra Monteprandone e San Benedetto, vicino alle maggiori arterie della viabilità, mentre l’ospedale “Mazzoni” di Ascoli verrebbe rinforzato, perché da semplice ospedale di comunità, verrebbe riconvertito in un ospedale di base». De Angelis continua: «Al di là dell’esito di questa prossima conferenza di Area Vasta 5, resta purtroppo la carenza delle informazioni, che un livello di governo, come quello della Regione, dovrebbe garantire a supporto dei pareri dei sindaci, che sono obbligati ad esprimersi, ma che oltretutto non sono obbligatori ne vincolanti e su questo punto spinoso, dovremmo riflettere se aprire un dibattito sulla valenza di questo organo consultivo. Personalmente ritengo, che si dia troppa importanza al presidio ospedaliero, piuttosto che ai servizi sanitari territoriali, tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, a partire dai piccoli comuni. La sanità vuol dire, anche emergenze, prevenzione e definire il piano delle cronicità, delle demenze e le cure paliative. Vuol dire anche coordinare al meglio le aziende pubbliche e private che operano a livello sanitario, anche valutando un’attenzione importante sui costi delle visite a pagamento, che hanno tempi molto più rapidi, rispetto alle liste di attesa».

L’area localizzata al confine tra Colli e Spinetoli per il nuovo plesso

«Purtroppo ho l’impressione -va avanti De Angelis- che manchi un progetto complessivo di sanità su scala regionale ed è complicato capire come sia sostenibile una disciplina del genere sui costi del sistema. Auspico che siano realizzate nuove aree attrezzate h 24, per “elisuperfici” del 118, distribuite equamente, su tutto il territorio provinciale, partendo dalla costa, fino ad arrivare in montagna, con idonei impianti di illuminazione per soccorsi diurni e notturni. Risorse specifiche attualmente non ce ne sono dalla Regione, tranne i fondi arrivati tramite gli sms solidali, esclusivamente per le zone montane, coinvolte dalla crisi sismica». Infine la conclusione: «Ha avuto la pazienza di elaborare il regolamento per un sano funzionamento della conferenza dei sindaci, che però tuttora non è stato ancora discusso, nonostante l’esplicita richiesta di diversi colleghi. La nostra Area Vasta 5, trovandosi a confine con l’Abruzzo, valutasse con la Regione, l’opportunità di disciplinare rapporti interregionali ed ottimizzare il flusso degli abruzzesi, che si recano nelle nostre strutture ospedaliere».

Si. Co. 


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