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L’ex Vivani : «L’Ascoli ce l’ho nel cuore,
possibile la Serie A in tre anni
ma è necessario programmare»

SERIE B - Mario è stato bianconero per dieci campionati con 263 presenze e due storiche promozioni, una colonna del centrocampo. Segue le vicende del Picchio dalla sua Cagli e crede nella nuova dirigenza ma invita a non avere fretta: «La squadra va costruita per gradi»
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di Bruno Ferretti

Con 263 presenze e 3 gol è al secondo posto nella classifica assoluta di tutti i tempi alle spalle di Luigi Giambruno (275) e davanti a Pavoni (250) e Perico (236). Parliamo di Mario Vivani, centrocampista della Del Duca Ascoli (e poi dell’Ascoi Calcio) che dal 1972 al 1974 conquistò due promozioni dalla C alla serie A.

Mario Vivani ieri

Era l’Ascoli del presidente Rozzi e dell’allenatore Mazzone. Con Vivani, colonna del centrocampo bianconero, c’erano Campanini, Bertarelli, Gola, Vezzoso, Minigutti, Pagani, Schicchi e via dicendo. Vivani non era, quel che si dice, una forza della natura ma aveva eccellente visione di gioco, tatticamente perfetto e dotato di ottimi piedi. Oggi ha 70 anni e vive nella sua Cagli da dove continua a seguire con passione l’Ascoli. Ogni tanto torna a trovare il figlio Manuel che vive in città.

«L’Ascoli mi è rimasto nel cuore e non potrebbe essere diversamente perché in bianconero ho disputato dieci campionati, gli anni migliori della mia carriera. Stagioni indimenticabili – ricorda Vivani – la Serie A, le sfide con Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli. Penso che quest’anno, con la nuova proprietà, l’obiettivo fondamentale debba essere la salvezza e poi cominciare a costruire una squadra che entro tre anni possa puntare alla promozione.

Mario Vivani oggi

Non bisogna aver fretta perché è cattiva consigliera, nel calcio è fondamentale progettare. Anche io sono rimasto sorpreso da così tante operazioni di mercato, perché poi succede che il 30-40 per cento le sbagli – prosegue Vivani, chiamato simpaticamente Bruschetta – la nuova dirigenza ha portato entusiasmo e merita rispetto, ma non deve avere fretta. L’Ascoli ha una tifoseria particolare che sostiene la squadra come poche altre, secondo me fra le prime sette, otto d’Italia. Senza programmazione non si va da nessuna parte e per questo adesso è importante costruire l’ossatura della squadra: portiere, difensore centrale, regista, centravanti – aggiunge Mario – a centrocampo Troiano mi sembra un po’ adattato al ruolo di centrale e Ardemagni, davanti, é un po’ gracilino. Comunque vedo grande impegno da parte della dirigenza e questo mi fa essere fiducioso. Da parte mia, sempre forza Ascoli».


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