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Ex Carbon, summit Restart-sindacati:
dalla bonifica 20 posti di lavoro
Una Fondazione gestirà il Polo tecnologico

ASCOLI - Incontro tra le organizzazioni sindacali e i vertici della società proprietaria dell'ex sito industriale. Per la riconversione sarà costituita la start up "Terrenuove". Gli ex dipendenti sperano di tornare a lavorare
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L’interno dell’ex Carbon (Foto Sandro Perozzi)

Via libera al Polo tecnologico all’ex Haemometics che sarà gestito da una Fondazione e costituzione di una start up denominata “Terrenuove” per la bonifica del sito ex Carbon che darà lavoro a 20 persone. E’ questo il succo dell’incontro avvenuto nei giorni scorsi tra i sindacati di Cgil, Cisl e Uil e la società Restart, proprietaria dell’ex sito industriale al centro della città di Ascoli. Si è tratta di una una informativa sullo stato di avanzamento del Progetto di bonifica e riqualificazione urbana “Ascoli21”, alla luce del Protocollo di intesa firmato nel 2011. Al tavolo, in rappresentanza delle organizzazioni Sindacali erano presenti Barbara Nicolai e Romolo Rossi per la Cgil, Maria Teresa Ferretti, Antonio Angelini e Andrea Migliori per la Cisl, mentre per la società Restart Srl erano presenti il presidente Francesco Gaspari, il consigliere delegato Alfredo Sperandio e l’azionista di maggioranza Battista Faraotti. Dopo i diversi “tavoli di concertazione” che sono stati tenuti negli anni, in vista dell’avvio dei lavori di bonifica, le organizzazioni Sindacali hanno voluto confrontarsi direttamente con la proprietà, sulle tematiche di sviluppo e sugli obiettivi occupazionali che erano e restano al centro del Protocollo di intenti firmato con la Restart.

Battista Faraotti e Franco Gaspari

Dopo una prima informativa del presidente Gaspari sullo stato dell’arte, con particolare riferimento alla Convenzione da stipulare entro breve con il Comune di Ascoli Piceno, a seguito della definizione di tutte le procedure amministrative urbanistiche ed ambientali, si è passati ad approfondire, con uno scambio di opinioni e valutazioni, gli aspetti inerenti lo sviluppo occupazionale diretto ed indiretto della iniziativa. Sono stati affrontati quindi i temi del Polo Scientifico Tecnologico e Culturale, cuore del progetto di bonifica e riconversione dell’area ed elemento strategico di sviluppo del territorio. In particolare è stata presentata la nuova collocazione in ambito della Zona Industriale, con il recupero di uno degli edifici della ex Haemonetics. Una opzione, già sottoposta da Restart al Comune di Ascoli Piceno, che offrirebbe immediatamente, alla comunità degli aspiranti imprenditori ed alle start up una possibilità di insediamento, con spazi idonei alle diverse tipologie di impresa, dalla start up digitale alla impresa più tradizionale e imprese manufatturiere tecnologicamente avanzate.

Una opzione, che ha trovato i sindacati favorevoli in ragione sia della immediatezza della disponibilità della struttura, che per il riuso di un edificio industriale dismesso, ed hanno evidenziato come la realizzazione del Polo Scientifico Tecnologico e Culturale debba rispondere anche ad una visione più ampia: quella di offrire servizi avanzati ad imprese esistenti nel territorio in termini di accrescimento delle potenzialità esistenti favorendo sinergie tra iniziative private e collaborazioni con istituzioni pubbliche, culturali e di ricerca.

In merito alla ipotesi di gestione, che dovrebbe essere affidata ad una Fondazione senza scopi di lucro con finalità definite e vincolanti per gestire al meglio gli obiettivi di formazione di imprenditori, promozione di nuove imprese e attività di supporto tramite servizi innovativi, le organizzazioni sindacali «ritengono fondamentale il coinvolgimento e la partecipazione fattiva, fin dalla sua istituzione, con le modalità che si riterranno più opportune, di tutti gli attori del territorio che stipularono il protocollo d’intesa del 2011 e quindi, oltre ai sindacati e la Restart, anche la Regione Marche, la Provincia di Ascoli Piceno, il Comune di Ascoli Piceno e la Confindustria di Ascoli».

Barbara Nicolai (Cgil)

Ulteriore ragionamento è stato quindi avviato in ragione del “replacement” degli ex dipendenti Sgl Carbon (che sperano di tornare al lavoro visto che ne sono rimasti a spasso soltanto una manciata, ndr), previsto dal protocollo del 2011, in concomitanza con l’avvio delle operazioni di bonifica che seguiranno la prima fase di “decommissioning” di tutte le strutture fuori terra. 

A proposito delle opportunità di perseguire l’obiettivo di rioccupazione delle maestranze ex Sgl Carbon, le parti si sono confrontate sugli aspetti di competenze necessarie e sulla formazione specifica, per svolgere le attività previste. «La Restart -fanno sapere sempre i sindacati- ha comunicato di avere promosso, inoltre,  l’avvio di una start up denominata Terrenuove srl, la quale ha programmato un importante piano di investimenti per l’acquisto dei macchinari e delle strumentazioni necessarie, per gestire la bonifica, con l’obiettivo di avviare una nuova attività industriale che continui anche dopo, consentendo una occupazione di circa 20 unità nelle diverse funzioni. L’incontro è terminato con l’impegno reciproco a lavorare su questi obiettivi per un prossimo incontro, con la Restart che ha tenuto a ribadire il proprio impegno di responsabilità e coerenza con la comunità locale, della quale il gruppo imprenditoriale è espressione». 

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