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Dedichiamo a Farnush Davarpanah
il lungomare di San Benedetto

IL COMUNE dedichi il simbolo della Riviera delle Palme a colui che a partire dalla metà degli anni 2000 lo fece risplendere facendolo diventare un modello da imitare. Il cordoglio dell'Ordine degli Architetti: «Prima come libero professionista e poi come dirigente del Comune di San Benedetto del Tronto, ha svolto un ruolo importante nell’ambito del suo ruolo di architetto che ha saputo lavorare ed  interagire sia con il privato, sia con la città»
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Il lungomare di San Benedetto

Il lungomare di San Benedetto sia dedicato a colui che lo ha fatto brillare come non mai facendolo diventare un esempio di architettura, paesaggio e natura unico a livello nazionale. Ci permettiamo di chiedere al sindaco Pasqualino Piunti di intitolare all’architetto Farnush Davarpanah il simbolo della Riviera delle Palme, soprattutto quel tratto sud imitato e preso a modello da altre rinomate “capitali” balneari italiane come ad esempio Riccione. Sarebbe la giusta ricompensa a chi ideò e realizzò il restyling fatto di verde, oasi, giardini, giochi d’acqua e di luce che ancora oggi, a distanza di parecchi anni dall’inaugurazione, fanno restare il visitatore a bocca aperta trascinandolo in un’atmosfera magica e surreale dove il contatto con la natura si fonde con il mare. Intanto nel giorno delle esequie di Davarpanah che si sono svolte al civico cimitero sambenedettese arriva il ricordo dei colleghi architetti.

«L’Ordine degli Architetti della Provincia di Ascoli Piceno – afferma – vuole dare il suo contributo al ricordo di Farnush Davarpanah che nel 1985 entrò, numero di iscrizione 167, nell’ordine professionale. Laureato al Politecnico di Torino nel 1980 è stato un ottimo esempio della capacità di calarsi nella cultura e nello spirito del territorio. Prima come libero professionista e poi come dirigente del Comune di San Benedetto del Tronto, ha svolto un ruolo importante nell’ambito del suo ruolo di architetto che ha saputo lavorare ed  interagire sia con il privato, sia con la città. La sua prematura scomparsa ci dà ulteriore motivo per ricordarlo ed essere vicini alla moglie Sandra ed ai figli Alessandro e Annalisa. Una figura professionale di qualità che ci lascia è sempre motivo di riflessione; è un modo per aiutarci a capire che il lavoro svolto rimane, a futura testimonianza ed esempio per le nuove generazioni».

 


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