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Don Vinicio Albanesi shock:
«Ho subìto abusi in seminario,
ma ho reagito» (Il video)

FERMO - Il presidente della Comunità di Capodarco ospite da Tv 2000 rivela di essere stato vittima di abusi da parte di sacerdoti quando studiava in seminario: «Sono passati più di 50 anni, mi sono salvato pensando che i vigliacchi erano loro, certo non io»
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La confessione di don Vinicio Albanesi

«Ho subito abusi in seminario, ma ho reagito, non mi sono mai sentito in colpa». Una rivelazione shock, quella di don Vinicio Albanesi, negli studi di Tv 2000, dov’era ospite dello speciale del “Diario di Papa Francesco”, dedicato all’incontro ecclesiale “La protezione dei minori nella Chiesa”. Mentre partecipava al programma dell’emittente della Cei, il sacerdote fermano e presidente della Comunità di Capodarco ha denunciato, dopo oltre mezzo secolo, gli abusi subiti in seminario da parte di altri sacerdoti.

«Mi sono salvato con il pensiero che i vigliacchi erano loro e non io. Non mi sono mai sentito vittima. Chi era malevolo, subdolo, delittuoso, erano loro, adulti, presunti o veri educatori, quindi da… le parolacce le penso soltanto, non le dico: da mandare al diavolo. Tutto questo mi è rimasto nei 50 anni che sono trascorsi da allora». Una storia drammatica, alla quale quel ragazzo seppe reagire. “Sensi di colpa non ne ho mai avuti. Questo mi ha aiutato a guardare al sacerdozio con spirito aperto, solare, bello, il messaggio di Cristo è infinitamente propositivo. Sono a volte coloro i quali lo hanno intristito, reso cattivo, immondo. Cristo ha difeso i bimbi, la samaritana, i cechi, gli zoppi, lui ha guarito e purtroppo c’è chi con le sue parole procura le ferite ed anche la morte”.

All’indomani dell’outing, don Vinicio spiega così la sua sorprendente rivelazione. «Non c’era nulla di programmato, sono andato ospite del programma e rispondendo alla domanda del giornalista ho raccontato quello che mi era successo – confida il sacerdote – volevo mettere in evidenza il fatto di non essermi fatto colpire dall’essere vittima, ma la volontà di reagire». Un episodio doloroso «che però non ha fatto mai vacillare la mia fede, anzi l’ha rafforzata. Il messaggio di Cristo è rivolto a chi sta male, tutela i deboli. I sopraffattori erano loro, io non avevo colpa».

E’ in assoluto la prima volta che Albanesi parlava di questi episodi. «Non ne ho mai proferito parola con nessuno, né allora, né oggi. E’ una storia che ho preferito non raccontare né ai miei familiari né ad altri». Se lo ha fatto oggi, è soprattutto per invitare chi si trovi vittima di pressioni o abusi, a non subire. «Bisogna reagire, affrontando il nemico, al di là dell’autorità che quel nemico ha o adombra. Non si può diventare vittima. Io non l’ho fatto. Quanto ai responsabili di quelle azioni, ormai sono tutti morti. A loro penserà il padreterno».


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