Il Tribunale di Ascoli (Foto Vagnoni)
di Renato Pierantozzi
Se uno li vede in udienza sembrano giudici o pubblici ministeri come gli altri colleghi “togati” a tutti gli effetti. Fanno udienze, interrogano testimoni e “sfornano” sentenze, ma non hanno gli stessi diritti e retribuzioni degli altri. Parliamo dei giudici e dei pm “onorari” in servizio da anni (se non decenni) nei tribunali delle Marche dove ogni giorno scende in campo un esercito di persone composto da 37 “Vpo” (vice procuratore onorario), 52 “Got” (giudice onorario di tribunale) e 25 Giudici di Pace. A livello nazionale è da tempo in corso una vertenza che era esplosa con la riforma “Orlando” considerata peggiorativa dello “status” degli onorari. Ora con il nuovo governo è ripartito il confronto tra le associazioni che rappresentano questa categoria di giudici e procuratori che in tutta Italia sono quasi 6.000 unità.
Ines Nardini
Anche nelle Marche c’è molta attesa per l’esito del tavolo romano che si è riaperto nei giorni scorsi. «I nostri Tribunali e sono retti per la maggior parte da onorari sia nelle procure che nei tribunali -spiega la coordinatrice regionale di Federmot, l’avvocato ascolano Ines Nardini– La situazione non è più sostenibile. Questo è il primo governo che ha instaurato un lavoro serio sulla nostra categoria. È stato fatto un primo passo importante sulla tutela e su un riconoscimento economico dignitoso. Ma non è sufficiente. Continueremo nella lotta per i nostri diritti sopratutto perché quanto ora promesso non pare proprio sia di immediata attuazione ma si debba attendere fino ad agosto 2021. Questa cosa è inaccettabile».
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