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Candidato sindaco,
centrodestra nel caos
La coalizione rischia la spaccatura:
Lega e Forza Italia correranno divise?

ASCOLI - Piena paralisi per il braccio di ferro tra le due forze politiche e per le guerre, tutte ascolane, interne al partito di Berlusconi. La chiusura delle liste è fissata per metà aprile, ma non c'è ancora un nome da presentare alla città. Tante ipotesi, molti nomi in circolazione (soprattutto nel campo azzurro), ma nulla di ufficiale. Se bocciato dal suo partito, Piero Celani potrebbe optare per la competizione solitaria e, in un’ottica di polo anti sovranista, potrebbe tirarsi dietro anche la corrente moderata del Pd
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Piero Celani, Anna Maria Rozzi, Andrea Antonini

di Adriano Cespi

Impasse totale. Il centrodestra, sulla candidatura a sindaco, è in piena paralisi. Fermo, bloccato dal braccio di ferro Lega-Forza Italia, da una parte, e dalle guerre, tutte ascolane, interne al partito di Berlusconi, dall’altra. Risultato? E’ l’11 marzo, la chiusura delle liste è fissata per metà aprile, e ancora un nome da presentare alla città non c’è. Tante le ipotesi, molti i nomi in circolazione, soprattutto nel campo azzurro, ma di ufficiale nulla. Ed un’ipotesi inizia a circolare con una certa insistenza.

Giovanni Silvestri

SPACCATURA DEL CENTRODESTRA SEMPRE PIU’ CONCRETA

Se nelle altre realtà marchigiane, da Pesaro (candidato sindaco di Fratelli d’Italia) a Fano (candidato sindaco di una lista civica vicina alla Lega), l’unità è stata raggiunta ed anche facilmente, ad Ascoli la possibilità che la coalizione possa andare divisa sembra essere molto reale: Lega (col 14,5% dei voti primo partito della coalizione alle politiche 2018) da una parte col suo candidato sindaco, in pole position c’è sempre il commissario provinciale, Andrea Antonini; e Forza Italia (alla guida di Ascoli da 20 anni), dall’altra, con il suo di candidato. Già ma quale? Interrogativo, questo, che da settimane gli elettori forzisti si pongono, anche con una certa preoccupazione. Tanti sono, infatti, i pretendenti per un posto al sole. Dal vice presidente del Consiglio regionale Piero Celani, agli assessori comunali Giovanni Silvestri e Luigi Lattanzi, fino alla vice sindaco Donatella Ferretti: tutti autorevoli esponenti di Forza Italia, ed i primi tre anche leader di liste civiche pronte a presentarsi alle elezioni di maggio. Ma, come anticipato da Cronache Picene, mercoledì scorso, a complicare ancor di più la situazione è arrivato un sondaggio, commissionato, tra fine febbraio e primi di marzo, da Forza Italia nazionale, dall’esito clamoroso. Su mille ascolani di centrodestra intervistati, infatti, la maggioranza ha fatto il nome di Anna Maria Rozzi, figlia dell’indimenticato Costantino Rozzi, come persona che avrebbero eletto sindaco. Naturalmente in un’ottica di rinnovamento della politica, meno legata ai partiti e più alla società civile.

Donatella Ferretti

LEGA CON ANTONINI, FORZA ITALIA CON TROPPI CANDIDATI

Così, in questo caos totale, i vertici regionali azzurri: il coordinatore Marcello Fiori, ed il senatore Andrea Cangini, come anticipato, lunedì scorso, da Cronache Picene, e confermato oggi in un’intervista ad un giornale locale, da Fiori, hanno delegato per la scelta del sindaco di Forza Italia la cabina di regia nazionale, e cioè il vice presidente del partito, Antonio Tajani, ed il senatore Maurizio Gasparri. Insomma, quello che non volevano le varie anime azzurre ascolane si è verificato: la scelta del candidato sarà fatta a Roma. E tra le mani del presidente del Parlamento europeo e dell’ex ministro delle Telecomunicazioni arriva una di quelle patate bollenti, tra le più difficili da raffreddare. Qualsiasi decisione venisse presa, infatti, rischierebbe di scontentare una delle fazioni in lotta. Al punto da provocare una vera e propria scissione interna. Se ad esempio il prescelto fosse Celani a storcere il naso sarebbero Silvestri e lo stesso sindaco Guido Castelli (sponsor della Ferretti alla guida della città), entrambi distanti politicamente dal vice presidente del Consiglio regionale. Se venisse, invece, promosso Silvestri, a risentirsi sarebbe Celani. Insomma, un compito non proprio agevole quello che attende Tajani e Gasparri. Che, alla fine, spinti dal vento del rinnovamento, tanto caro alla Lega, potrebbero optare per la Rozzi, scontentando evidentemente tutte le correnti interne, ma rispettando il volere degli elettori di centrodestra, come emerso dal sondaggio, e riavvicinando, nel contempo, il partito alla società civile. Candidatura, però che, come dichiarato sul suo profilo facebook dallo stesso responsabile comunale della Lega, Roberto Maravalli, non riceverebbe il “sì” del Carroccio.

Luigi Lattanzi

CELANI VERSO LA CORSA SOLITARIA?

Nessun certezza sulla candidatura forzista, quindi. E nessuna certezza neppure su una corsa unita di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Cosa potrebbe accadere allora? Lo scenario che si prefigurerebbe sarebbe quello di una frammentazione del rassemblement in tante liste. Divise, però tra loro, all’opposto di quanto accadde nel 2014 quando Guido Castelli fu eletto al primo turno col 59% dei voti. Potrebbe succedere così che, in caso di spaccatura, la Lega si ritroverebbe a correre da sola, così come Forza Italia, magari appoggiata da qualche lista civica (dipende in questo caso quale candidato verrà scelto), e la stessa Fratelli d’Italia (con il candidato Marco Fioravanti). A quel punto, Celani, bocciato dal suo partito, potrebbe optare per la competizione solitaria. E chissà, se in un’ottica di polo anti sovranista, riuscirà a tirarsi dietro anche il Pd, o meglio quella corrente moderata Dem molto vicina ai vertici provinciali del partito.


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