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Candidato sindaco del centrosinstra
Allevi congela gli entusiasmi:
«Il Pd si confronti
con le liste civiche autonome»

ASCOLI - L'ex primo cittadino: «Ringrazio Patrizio Felicetti, ma nel partito ci sono tanti profili giusti di donne, uomini, giovani, professionisti che possano dare un contributo di responsabilità per salvare la città da questo declino in cui l’Amministrazione Castelli l’ha portata»
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di Adriano Cespi

«Ringrazio Patrizio Felicetti per aver fatto il mio nome come profilo giusto per la candidatura a sindaco del centrosinistra. Ma ritengo che nel partito ci siano tanti profili giusti di donne, uomini, giovani, professionisti, che possano dare un contributo di responsabilità per salvare Ascoli da questo declino in cui l’Amministrazione Castelli l’ha portata».

Roberto Allevi

Roberto Allevi, primo sindaco di Sinistra eletto dal popolo, dopo l’appello lanciato da Felicetti, esponente di spicco del Pd ascolano, proprio attraverso Cronache Picene, interviene per chiarire la sua posizione. E tracciare la linea che, secondo lui, il Pd ascolano dovrebbe seguire. «Patrizio ha espresso un giudizio da amico e da militante Pd – sottolinea Allevi – e mi fa piacere. Ma ritengo che nel partito, così come in tutto lo schieramento di centrosinistra, sia giusto aprire un dibattitto approfondito sui temi che più interessano gli ascolani. Alle elezioni di fine maggio si presenteranno due fronti, un conservatore e l’altro progressista. E noi, da progressisti, dobbiamo far capire bene ai cittadini cosa vogliamo fare perché Ascoli possa riprendersi ed uscire, finalmente, da questa grave situazione economica e sociale in cui è sprofondata dopo 10 anni di fallimentare governo di centrodestra». Disoccupazione ai massimi storici (14,5% contro il 7,7% della media marchigiana ed il 10,8% di quella nazionale). Livelli di povertà da brividi: 60 persone quotidianamente bussano alla mensa Zarepta della Caritas per un pasto, 843 cittadini nel 2018 (dati aggiornati a ottobre 2018) si sono rivolti all’Emporio della Carità in cerca di beni di prima necessità, 36 famiglia usufruiscono del reddito di dignità del Comune (400 euro circa al mese), 177 del reddito d’inclusione (Rei) rilasciato dallo Stato (poco meno di 300 euro al mese): una fotografia socio-economica tipica da città del profondo sud. E, invece, siamo ad Ascoli, nelle Marche, nel centro Italia. «Se nel 1995 – precisa Allevi – quando vincemmo le elezioni, quello che ci spingeva a voler cambiare volto alla città era l’entusiasmo, la voglia di fare, la necessità di dire basta a 50 anni di guida democristiana, adesso c’è la consapevolezza che così non si può più andare avanti. La città sta lentamente, ma inesorabilmente, finendo in un baratro. Tutti gli indici economici sono negativi. E’ ora che da parte nostra sopravvenga quel senso di responsabilità che ci contraddistingue, ognuno di noi deve essere consapevole della gravità della situazione. Perché Ascoli possa riprendersi ci vuole una forte scossa, come quella del 1995».

Piero Celani

«AL PRIMO TURNO DOBBIAMO CORRERE CON UN NOSTRO CANDIDATO» – Inevitabile non affrontare con Allevi la questione Piero Celani, ovvero la posizione che dovrebbe assumere il partito in vista di una spaccatura del centrodestra e di un’eventuale corsa solitaria del presidente del Consiglio regionale con la sua lita civica, ma senza il simbolo di Forza Italia. Posizione già espressa, peraltro, dallo stesso Felicetti: «Il Pd deve mettere in campo il meglio che ha – ha precisato Felicetti – senza andare con Celani, che provocherebbe una spaccatura del partito». «Noi non dobbiamo preoccuparci di quello che accade in casa d’altri – risponde Allevi – perché nel partito abbiamo sensibilità e capacità giuste per amministrare bene la città. Al primo turno, quindi, ci dobbiamo provare, poi, qualora non dovessimo farcela ad andare al ballottaggio, si potrà cominciare a ragionare sull’eventuale appoggio da dare al candidato moderato contro quello della destra. Ma sono discorsi, adesso, molto prematuri».

APPELLO ALLE LISTE CIVICHE “AUTONOME” – Tema liste civiche, il vero motore politico che sembra contrassegnare anche questa tornata elettorale. Un po’ come accadde nel 2014 quando, proprio grazie al consenso ottenuto dalle liste civiche vicine a Forza Italia, Guido Castelli venne riconfermato sindaco, già al primo turno, col 59% dei voti. «Il civismo è un fronte ampio e forte ad Ascoli – conclude Allevi – col quale ritengo che il Pd debba assolutamente dialogare. Naturalmente con quelle liste autonome e indipendenti che sposano valori moderati. Sto parlando, ad esempio, della lista “Ascoli per Ascoli” di Davide Aliberti, “Servire Ascoli” di Sergio Cinelli, “Movimento ascolano” di Claudio Travanti. Aggregazioni fuori dai partiti, ma legate da un unico sentire: quello di condividere un progetto alternativo alla cattiva amministrazione della giunta Castelli. Lo stesso progetto del Pd».

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