di Adriano Cespi
Ascoli come Bergamo, Prato. E come il Piemonte. Casi politici finiti al tavolo nazionale del centrodestra per l’impossibilità dei vertici regionali di trovare un accordo su una candidatura unitaria. E, intanto, i giorni passano, il voto si avvicina, ed il popolo del centrodestra appare sempre più disorientato. Stanco di questa paralisi politica che, da settimane, blocca la scelta del candidato sindaco. E che non sembra trovare una guarigione. Al punto che, negli ambienti ascolani del centrodestra sono sempre più quelli che ipotizzano una fumata nera anche dal vertice Salvini-Tajani-Meloni che dovrebbe tenersi, secondo fonti ben informate, tra questa e la prossima settimana.
Impasse totale, dunque, che, come scritto, questa notte, dallo stesso vice presidente del Consiglio regionale e autorevole esponente di Forza Italia, Piero Celani, sul suo profilo facebook, e riportato integralmente da Cronache Picene, lascia presagire scenari foschi, da guerra totale, da spaccatura insanabile: “L’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia – scrive, tra le altre cose, Celani – non è un dogma. Nessuno può impedirmi di candidarmi”. L’annuncio di una corsa solitaria? Oppure quello di una sua candidatura per Forza Italia? Ed è proprio questo lo scoglio difficile da superare nel partito di Berlusconi e, a cascata, nello stesso centrodestra, ovvero l’uomo o la donna in grado di fare sintesi tra le varie anime interne e, nel contempo, che riesca a ricevere il Sì dalla Lega (Fratelli d’Italia, col suo candidato sindaco ottenuto a Pesaro, è fuori dai giochi).
Piero Celani, Giovanni Silvestri, Luigi Lattanzi, Donatella Ferretti (e chissà se a giorni non spunterà un altro nome nuovo), sono candidature forziste tutte di alto profilo e di provata esperienza amministrativa, ma che non creano unità all’interno del partito (forti e di difficile rimozione sono i veti incrociati su un nome piuttosto che su un altro) e, soprattutto, non rappresentano (hanno tutti alle spalle tra i 15 ed i 20 anni di carriera assessorile) quel profilo rinnovatore tanto caro alla Lega. Neppure la stessa Anna Maria Rozzi (la più votata, come primo cittadino, dagli elettori del centrodestra in un sondaggio commissionato da Forza Italia nazionale), parrebbe soddisfare la caratteristica di rinnovamento e di cambiamento che il Carroccio vuole per Ascoli.
Tra l’altro la figlia di Costantino Rozzi, come ricordato dal responsabile comunale della Lega, Roberto Maravalli, in un post pubblicato sul suo profilo facebook qualche giorno fa, si candidò alle elezioni comunali del 1999 per il Pds ed anche lei, sempre secondo Maravalli: “Non rappresenta il rinnovamento, ma solo la vecchia politica”. Insomma, un braccio di ferro dal quale nessuno sembra uscire vincitore. Se, infatti, la Lega accusa Forza Italia di non aver mai avuto un candidato unico da presentare al tavolo regionale (quello formato dal commissario “verde” Paolo Arrigoni e dai colleghi “azzurri”, il coordinatore marchigiano, Marcello Fiori, e il senatore Andrea Cangini) e sul quale discutere per trovare una sintesi; Forza Italia si difende accusando il partito di Salvini di aver sempre voluto imporre il proprio candidato sindaco, Andrea Antonini. Senza il minimo tentativo di cercare la strada dell’intesa.
CASO SONDAGGIO, ESCLUSA LA FERRETTI
Intanto, sul sondaggio commissionato da Forza Italia nazionale, dal quale è spuntato, a sorpresa, il nome di Anna Maria Rozzi, come il candidato sindaco preferito dalla base ascolana di centrodestra, e che tante polemiche ha scatenato in casa forzista, emergerebbe un retroscena curioso. Secondo fonti ben informate del centrodestra, la società incaricata di effettuare l’indagine, tra i vari nomi da fare ai mille ascolani campionati, non avrebbe inserito quello del vice sindaco, Donatella Ferretti. Nessun pregiudizio o tentativo di volerla escludere a priori da un’eventuale corsa per l’Arengo, ma solo, forse, una dimenticanza. Nata per via dei nomi dei papabili candidati sindaci di centrodestra che nel periodo in cui il sondaggio fu commissionato, tra la fine di febbraio ed i primi giorni di marzo, apparivano sui media locali. Una vera e propria rosa di nomi dalla quale, però, non figurava quello della Ferretti. C’erano tutti: Celani, Silvestri, Lattanzi per Forza Italia, Antonini per la Lega, ma non la Ferretti. Da qui, sempre secondo fonti ben informate del centrodestra, la decisione di non inserirla nel questionario.
COORDINAMENTO LOCALE DELLA LEGA
Intanto, ieri sera, i vertici locali e gli attivisti della Lega si sono riuniti per discutere di politica nazionale e di alcune questioni organizzative. E nel corso del vertice si è parlato, ovviamente, anche del nodo candidato sindaco. Sarebbe emersa una forte volontà di tenere unito il centrodestra attraverso una candidatura unitaria e forte. Ma, nella sciagurata ipotesi di una spaccatura e, quindi, di una corsa solitaria dei vari partiti, la Lega non si tirerebbe indietro, proprio per via del profilo del proprio candidato, ritenuto vincente per Ascoli.
L’affondo di Celani: «Nessuno può impedirmi di candidarmi, l’alleanza con Lega e Fdi non è un dogma»
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