di Benedetto Marinangeli
Una crono straordinaria ed al cardiopalma regala a Primoz Roglic la 54esima edizione della Tirreno-Adriatico, decisa nello spazio di un pugno di centesimi, solo trenta: 11’36”97 per il ciclista sloveno, 12’02” per Adam Yates che non riesce così a salvaguardare i 25 secondi di vantaggio che aveva all’ inizio della gara contro il tempo. Decisivo, alla fine, si è rivelato il vento contrario da nord est che ha inciso particolarmente nella seconda parte del circuito che porta all’ arrivo.
Il vincitore Roglic sul palco
Dopo 1.048 chilometri di gara i due ciclisti sono divisi solo da pochi centesimi di secondo. Dopo il giro degli Emirati Arabi ecco la Tirreno-Adriatico. “Sono molto contento – commenta Roglic – ero spinto da motivazioni importanti per andare forte in questa cronometro. Una prova in cui non bisognava fare calcoli ma soltanto andare a tutto gas”.
Ad imporsi nella crono finale di 10,2 chilometri è stato Victor Campenaerts, campione europeo della specialità, col tempo di 11’23” che ha preceduto di tre centesimi un grandissimo Alberto Bettiol e di quattro Jos Van Emden. «Volevo questo successo –dice il ciclista belga- perché ero venuto alla Tirreno-Adriatico per fare bene. La cronometro di San Benedetto è un buon allenamento in vista del mio tentativo di battere il record dell’ oras. Il prossimo 27 marzo sarò già in Messico per provare il velodromo e trovare il giusto feeling con la pista».
La classifica finale premia Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che precede Adam Yates (Mitchelton-Scott), mentre al terzo posto si piazza Jakob Fuglsang (Astana). Completano la top ten finale Tom Dumoulin (Sunweb), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Wout Poels (Sky), Simon Clarke (EF Education First), Sam Oomen (Sunweb) che conquista anche la maglia bianca di miglior giovane e Rui Costa (UAE Emirates Team).
Ancora una volta San Benedetto fa bella mostra di sé sui teleschermi. Suggestive le immagini di presentazione della città irradiate dai canali Rai prima della diretta a sugellare il lungo e felice matrimonio tra la Tirreno-Adriatico e la Riviera delle Palme. Dal 1969, infatti, San Benedetto è la sede finale della Corsa dei Due Mari, scelta appositamente dallo storico patron Franco Mealli dopo la prima esperienza di Pescara. L’ ex tecnico della Salernitana ma sambenedettese d’adozione Stefano Colantuono lo ricorda così.
«Alla Tirreno-Adriatico – dice – sono particolarmente legato perché quando ho iniziato a giocare a calcio con la Vis Velletri, Franco Mealli ne era il presidente onorario. Risiedo da anni a San Benedetto e quando non sono impegnato seguo sempre questa corsa. Una gara cui sono molto affezionato proprio perché creata proprio dal grande Mealli».
Parole di elogio alla bellezza di San Benedetto e delle sue tradizioni marinare sono venute anche dal telecronista Rai Andrea De Luca che ha parlato con partecipazione del Museo d’Arte sul Mare al molo sud ed anche della Festa della Madonna della Marina «una manifestazione molto sentita che va in scena ogni anno con una magnifica processione in mare dei pescherecci seguita dai fuochi d’artificio». Qualche problemino sul percorso oltre al vento contrario tornando da Porto d’Ascoli anche per i dossi descritti dai telecronisti “estremamente insidiosi e dove si fanno salti impressionanti”.
Soddisfatto anche il sindaco Pasqualino Piunti che ha presenziato alla premiazione. «La Tirreno-Adriatico –commenta- rappresenta una consolidata tradizione che lega la nostra città ad uno dei più importanti eventi sportivi nazionali. I migliori campioni del ciclismo si sfidano percorrendo il lungomare più bello d’Italia nella tappa finale dell’edizione 2019 che non poteva non svolgersi nella città regina dell’Adriatico che la accoglie da 54 anni in un rapporto diventato oramai simbiotico. Voglio rivolgere un ringraziamento sentito a tutti coloro che ogni anno consentono il ripetersi di questo appuntamento sportivo che vede San Benedetto totalmente assorbita dalla magia di uno spettacolo che la città conosce molto bene ma che ogni anno appare sempre nuovo e sempre affascinante».
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