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Bracalente dà forfait, Ossini no:
Cinelli e Di Ruscio
lanciano “Servire Ascoli”

ASCOLI - In platea anche il sindaco Guido Castelli, l'assessore Giovanni Silvestri e Marco Fioravanti. Cinelli: «Azzeriamo le distanze territoriali: in un momento di così grave crisi è l’unica strada percorribile per portare a casa un risultato importante per la popolazione»
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Da sinistra Massimiliano Ossini, Saturnino Di Ruscio e Matteo Di Sabatino

Un confronto aperto con le voci provenienti da turismo, cultura, imprese, comunicazione e associazionismo per “Aprire Ascoli”. Nella sala della Vittoria di Palazzo Arengo si è sviluppato oggi pomeriggio il confronto voluto dal movimento politico “Servire Ascoli”, per raccogliere idee e rilanciare economia e occupazione nel Piceno. Nelle prime file i volti noti della politica locale, dagli assessori Gianni Silvestri e Massimiliano Brugni al presidente del Consiglio Marco Fioravanti. Dopo i saluti del sindaco Guido Castelli è arrivata la comunicazione dell’assenza dell’ospite di punta, l’imprenditore Enrico Bracalente, mister “Nero Giardini” delle omonime scarpe. Il microfono è passato poi all’ex sindaco Saturnino Di Ruscio oggi presidente dell’associazione “Nuova Frontiera” il quale, nonostante il passato da ultra sostenitore della Provincia di Fermo, oggi ha invitato a «non lavorare su tavoli separati. Preoccupa la situazione ed è il momento di lavorare insieme». Tra gli interventi programmati quello di Natascia Troli (Ecosystem 2000 e presidente della Confartigianato), l’imprenditore Matteo Di Sabatino, il volto di Tipicità Alberto Monachesi e quello di “Linea Bianca” Rai Massimiliano Ossini, Luigi Tempera dell’omonima ditta di olive, Traiano Campanelli di Opi, Emidio Campanelli di Confagricoltura e don Franco Monterubbianesi della Comunità di Capodarco. «L’evento si pone il fine di arrivare ad azzerare le distanze territoriali – ha spiegato Sergio Cinelli di ‘Servire Ascoli’ – In un momento di così grave crisi a mio avviso è l’unica strada percorribile per portare a casa un risultato importante per la popolazione. Fondamentale è arrivare a una partecipazione su progetti comuni per permettere ad Ascoli, San Benedetto e Fermo  di tornare ad essere capifila nei confronti di enti come la Regione». Un “blocco Marche Sud”, insomma, per catturare opportunità e risorse.


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