di Franco De Marco
Questa sera il comitato civico “Ascolto & Partecipazione” formalizza la partecipazione di una propria lista, con candidato sindaco il cardiologo Emidio Nardini, alle elezioni comunali di maggio. L’idea di una sinistra unita, da quella più moderata a quella più radicale, svanisce sul nascere.
Così la sinistra, già in difficoltà, non si autoelimina definitivamente? Non vi sentite responsabili di questo stato di cose?
Antonio Canzian
«Fino a due settimane – risponde Antonio Canzian, uno dei principali animatori del comitato, ex vice presidente della Regione , ex candidato sindaco, ex Pd – non ci passava neanche per l’anticamera del cervello di pensare ad una lista civica ma solo dimostrare che almeno una parte degli ascolani ha tante idee e tanto da dire sul modo di amministrare la nostra città.
Ne è la dimostrazione la straordinaria e sorprendente partecipazione alle due iniziative che abbiamo promosso su due temi che riteniamo fondamentali: la democrazia partecipativa e l’antifascismo.
Ma di fronte allo spettacolo indecoroso del centrodestra (che non ci sorprende, ma ci indigna!) e alle difficoltà di un centrosinistra che, a due mesi dalle elezioni, era tutto preso da posizionamenti, manovre o addirittura rassegnato ad “appoggiare Piero Celani in caso di ballottaggio” abbiamo pensato di offrire, e sottolineo “offrire”, una candidatura autorevole, al di fuori dalle logiche e dalle beghe dei partiti, un professionista serio e stimato che ha già un consenso di suo, e che può, come già sta avvenendo, riaccendere la voglia di cambiamento che la città esprime. In poche parole: una opportunità per tutto il centrosinistra. Abbiamo però anche detto che una persona come Emidio Nardini non poteva essere messa nel tritacarne dei partiti. Si poteva dire sì, no, forse! Invece è stata volutamente ignorata».
Il Pd vi accusa di aver voluto imporre un vostro candidato rifiutando un tavolo comune. Cosa risponde?
«A chi ci accusa pomposamente di porre “condizioni divisive e quasi ricattatorie”, addirittura di assumerci “la pesante responsabilità morale di spaccare uno schieramento già debole”, rispondo: ma come vi permettete di pontificare in questo modo, ma dove eravate fino a tre mesi fa: in vacanza o nascosti nel salotto di casa? Il problema è che per molti soloni l’unità diviene importante solo quando sono gli altri a doverla praticare. Sappiamo tutti quale delle due candidature in campo è più convincente (se vogliamo che davvero vinca il centrosinistra e non altri). E di fronte a questa prospettiva non c’è ragion di stato che tenga. Quello che lascia basiti è che un partito che in Basilicata candida a presidente addirittura un ex-missino (fallendo miseramente), ad Ascoli non trova il senso di responsabilità, le ragioni, le modalità e il coraggio per candidare una figura che risponde perfettamente a quello che il nostro elettorato chiede.
Emidio Nardini
Ci si risponde parlando di metodo, di incontri mancati, di peso ponderale dei partiti e altre amenità. Ma noi siamo un gruppo di persone, non un partito. Sono i partiti che hanno la responsabilità di una scelta in un senso o nell’altro. Ed hanno anche la responsabilità, se necessario, di fare un passo indietro per il bene di tutti. L’unità è importante ma non può più essere la foglia di fico per coprire le nudità del centrosinistra ascolano. Questo bisogna avere il coraggio di dire, non le stanche e ripetute banalità di questi giorni che non convincono né noi, né i cittadini».
I giochi sono proprio fatti o c’è ancora la possibilità di una ricucitura dello strappo?
«Sono anni – risponde sempre Canzian – che alcuni lavorano sistematicamente per indebolire il centrosinistra di Ascoli. E comunque è davvero curiosa (e anche un po’ pelosa) tutta questa attenzione per una associazione nata tre mesi fa: come se le sorti del centrosinistra ascolano dipendessero da noi. Se siamo ritenuti così decisivi, possono ancora darci ascolto. Se così non è non si può pretendere di coinvolgerci in obiettivi politici che non condividiamo. La verità è che il Pd, da troppo tempo ferito e lacerato, non ha voluto o potuto cogliere l’opportunità che gli abbiamo offerto: ricostruire un tessuto unitario di centrosinistra accogliendo una proposta che, per chi sa leggere la politica, aveva ed ha anche questo significato. Ma forse questo non lo si comprende, non lo si vuole o non lo si può fare».
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