L’Ascoli ormai vede il traguardo,
ma è vietato abbassare la guardia:
niente sconti al Pescara di Pillon

SERIE B - Il derby infiamma i tifosi: domenica si preannuncia battaglia al “Del Duca”. Torna da avversario il tecnico che nel 2002, dopo sette anni di C, riportò i “diabolici” in Serie B
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I tifosi dell’Ascoli a Padova

di Bruno Ferretti

L’Ascoli ormai vede il traguardo. Ancora qualche pedalata e sarà sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. Deve disputate 7 partite (4 in casa, 3 fuori) e gestire un rassicurante margine di vantaggio sulla zona rischiosa. I bianconeri, insomma, possono essere tranquilli, ma sarebbe un grave errore tirare in anticipo i remi in barca. Dopo aver toccato il fondo a Lecce con l’umiliante 7-0 (una macchia indelebile) l’Ascoli ha sistemato la sua classifica vincendo a Padova.

Con 36 punti la squadra di Vivarini ha raggiunto il decimo posto, a metà classifica, e può prepararsi ad affrontare i prossimi impegni con maggiore fiducia a cominciare da quello col Pescara domenica prossima al “Del Duca” (ore 15). La squadra di Pillon, il grande ex del confronto, ha battuto 3-2 il Palermo in rimonta rafforzando la sua posizione nella parte più alta della griglia playoff dove poteva trovarsi anche l’Ascoli se – strada facendo- non avesse perso ingenuamente tanti punti.

Ardemagni, Troiano e Brosco hanno scontato la squalifica. D’Elia, Beretta e Ngombo sono sulla via del recupero. Domenica tutti i bianconeri saranno disponibili, e Vivarini avrà solo l’imbarazzo della scelta. Allo stadio Adriatico la partita di andata finì 1-1 con reti di Brugman e Ardemagni, mentre Lanni parò un rigore a Mancuso. L’Ascoli chiuse in dieci per un doppio giallo a D’Elia. C’è da scommettere che anche stavolta sarà una gara dai toni agostici elevati perché, al di là della classifica, Ascoli-Pescara è pur sempre un derby e, come tale, accende la passione.


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