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Sisma e ricostruzione, Petrucci:
«Senza i privati saremmo al palo»

ARQUATA - Il sindaco torna nuovamente sulle tante criticità nella gestione del post terremoto: «Siamo fermi, si perde tempo su tutto, le macerie sono ancora lì e la gente non torna». Il vice Franchi: «Occorrono leggi che stimolino altri imprenditori ad investire qui, senza lavoro non c'è futuro»
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di Luca Capponi 

«Della Valle è venuto qui, ha detto quello che aveva intenzione di fare e l’ha fatto. Stessa cosa per gli altri privati: la struttura di Pretare donataci dalla Val di Non e poi quanto realizzato da La7, La Stampa o il Corriere della Sera, giusto per fare alcuni esempi. Se avessimo aspettato lo Stato i nostri ragazzi andrebbero ancora a scuola a San Benedetto». Parole che fanno riflettere quelle di Aleandro Petrucci.

Il sindaco Petrucci (foto Vagnoni)

Il sindaco di Arquata, paese simbolo del terremoto marchigiano, torna su argomenti purtroppo noti. Non è la prima volta, infatti, che pone l’accento sulla ricostruzione mai partita e su altri aspetti ad essa connessa. L’occasione è data dall’arrivo in loco del segretario nazionale Cgil Maurizio Landini.
«Siamo fermi, si perde tempo su tutto, le macerie sono ancora lì e la gente non torna» è l’amaro refrain. «I commercianti che con coraggio hanno deciso di tenere duro e riaprire non riescono a lavorare perché da qui non passa nessuno. Dopo il clamore iniziale, oggi ci sentiamo abbandonati. I cittadini spesso se la prendono con noi, giustamente, perché ci mettiamo la faccia». Tante sono le richieste e le criticità che sottolinea Petrucci, da qualche giorno nominato dall’Anci Marche quale rappresentante alla cabina di coordinamento per la ricostruzione di Roma.

La frazione di Piedilama

«In tre anni -continua- abbiamo visto tre commissari, ma è assurdo perdere tempo su cose che erano state fatte bene, eppure va così. Ripeto, urgono leggi speciali e incentivi, c’è bisogno di lavoro, di aziende che investano, di miglioramenti alla Salaria che è diventata una via crucis, tra semafori e rallentamenti».
Interviene anche il vicesindaco Michele Franchi. «L’incontro tra Landini e i sindaci del cratere piceno è stato costruttivo, ha ascoltato le nostre problematiche relative alle macerie e ai rapporti col commissario Farabollini, che speriamo si risolvano».

Il vicesindaco Franchi

Il tema, però, soprattutto con Landini, non può non essere quello del lavoro. «Mettere in piedi un programma di sviluppo sarebbe importante per noi, abbiamo la Tod’s di Della Valle e la Unimer che tra mille sforzi sta provando a ripartire (i dipendenti si dividono tra cassa integrazione e trasferte al nord, tanto di cappello per loro, ndr): so che altri hanno presentato progetti per ricominciare, speriamo che si investa al più presto sul territorio, ma occorrono norme come, ad esempio, una defiscalizzazione seria e agevolazioni per i lavoratori rimasti qui».
Ancora sul lavoro: «Della Valle si è impegnato a sensibilizzare affinché altri colleghi investano, l’importante è che le leggi vadano in quell’ottica, speriamo che gli imprenditori che hanno manifestato interesse passino dalle parole ai fatti».
«Ripeto,-conclude Franchi- occorre che la montagna torni ad essere attrattiva come una volta e come purtroppo non era poco prima del sisma, che ci ha dato il colpo di grazia. Importante è il finanziamento delle perimetrazioni, anche se sembra che i soldi non siano sufficienti; aspettiamo il decreto per dare vita all’area camper e il decreto “shock” annunciato dal sottosegretario Vito Crimi. Occorre fare in fretta, altrimenti non torna nessuno».

Ricostruzione e ritardi, Landini:«C’è bisogno di norme speciali, noi pronti a farci sentire»


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