di Andrea Ferretti
Non solo rapine, furti e truffe. I Carabinieri sono impegnati su molti altri fronti. Tra questi, certamente non ultimo, anche il bullismo. Numerosi, a tal proposito, gli incontri programmati dall’Arma nelle scuole con la guardia che resta sempre molto alta. Come dimostrano statistiche recenti, due terzi dei giovani sono o sono stati vittime, o testimoni diretti, di episodi di bullismo soprattutto in ambiente scolastico.
Il colonnello dei Carabinieri, Ciro Niglio
La particolarità di questa autentica piaga sociale è che si tratta sempre di atti ripetuti nel tempo con una certa frequenza, in cui spesso la vittima si sente isolata, esposta e di conseguenza ha molta paura di denunciare gli episodi di bullismo temendo rappresaglie e vendette. Oltre al danno fisico, è enorme il danno psicologico nella vittima. Oltre a un considerevole peggioramento dell’autostima, nel caso della scuola si abbassa anche il rendimento scolastico ed è inevitabile un progressivo isolamento.
Oltre ad essere fisico (percosse, furti, danneggiamenti di beni ed effetti personali) il bullismo può essere anche verbale (minacce, insulti, offese anche con atteggiamenti razzisti o estorsioni di denaro e beni materiali) o indiretto (esclusione dal gruppo dei coetanei, isolamento, diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima). I Carabinieri del comando di Ascoli ricordano che il bullismo si caratterizza sempre per la presenza di spettatori – il dilagante fenomeno del cyberbulling – che assistono alle prevaricazioni o ne sono a conoscenza. Un fenomeno di gruppo (sia fisico che sulla rete attraverso i social) che coinvolge tutti e che può fare assumere diversi ruoli: sostenere il bullo, difendere la vittima, mantenersi neutrale. «Chi ha avuto esperienze dirette o indirette di bullismo – è la raccomandazione del comandante provinciale dell’Arma, colonnello Ciro Niglio – si rechi nella Stazione dei Carabinieri più vicina e, comunque, non esiti a chiamarci telefonando al 112».
Su questo fronte non si muovono solo i Carabinieri, ma anche la Polizia, enti pubblici e diverse associazioni private. Un ruolo centrale lo occupano sicuramente le realtà sportive. Nel caso di Ascoli, non ultima l’iniziativa dell’Ascoli Calcio “#ABC: A come ASCOLI, B come BULLISMO, C come COMBATTIAMOLO” con i calciatori bianconeri che ciclicamente incontrano le scolaresche andando tra i banchi. Estremamente attuale, e molto recente, e poi il caso di una giovanissima studentessa che frequenta la terza media in un istituto della vallata del Tronto la quale ha compiuto un gesto di autolesionismo ingerendo medicinali notte tempo. Per fortuna l’ha subito confessato alla mamma ed è stata “salvata” dai medici all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli.
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