Riaperta la chiesa di San Benedetto:
«Qui ha vinto la speranza»

MONTEMONACO - Partecipata cerimonia per la ripartenza dell'edificio di culto dopo il complicato intervento di ripristino post sisma. Il vescovo Bresciani: «La comunità non si è smarrita dopo il terremoto». Il sindaco Corbelli: «Riapriremo San Biagio e presto San Lorenzo e San Giorgio all'Isola»
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di Maria Nerina Galiè 

Una chiesa non è solo un edificio di culto. Rappresenta un luogo di coesione e identificazione sociale ancor più importante quando la comunità a cui appartiene è stata duramente colpita fino a disperdersi, a causa di una calamità. Lo hanno detto in una sola voce le autorità civili e religiose che sabato 6 aprile sono state protagoniste della cerimonia di riapertura della chiesa di San Benedetto Abate di Montemonaco, chiusa dal 24 agosto 2016 per inagibilità post sisma.

Un momento della cerimonia di riapertura

Grazie ad una certosina opera di ristrutturazione coordinata dall’ingegner Filippo Massimi e dall’architetto Denis Berrettarossa (i danni erano notevoli ed hanno richiesto interventi importanti ma anche delicati come lo scuci e cuci), l’antichissimo tempio si è presentato luminoso e confortevole, tra il bianco delle pareti ancora fresche di tinteggiatura e il grigio caldo della pietra nuda di volte, colonne e fregi. Sono tornate a splendere anche le opere d’arte in essa contenute, come ha spiegato Paola Di Girolami, direttrice del Museo Sistino di Montemonaco.

Un momento del rit officiato dal vescovo Bresciani, affiancato da don Straccia, padre Kumar e padre Priori

Tantissime le persone, di Montemonaco e dei paesi vicini, che non hanno voluto perdersi la messa inaugurale durante la quale un pensiero è andato alle vittime del terremoto dell’Aquila nel giorno del decimo anniversario.
«Quando sono salito a Montemonaco dopo il sisma e la nevicata del gennaio successivo  -ha ricordato il vescovo Carlo Bresciani– ho trovato una comunità fortemente provata. Con grande gioia ora vedo che non è stata abbandonata e in un periodo relativamente breve le è stato restituito un luogo religioso ma anche di aggregazione». Nell’occasione, l’alto prelato ha voluto ringraziare i tecnici dell’ufficio ricostruzione di Ancona, tra cui Andrea Crocioni presente alla manifestazione insieme ad alcuni colleghi. «I muri danneggiati sono stati riparati -ha detto ancora monsignor Bresciani-  un segnale di speranza affinché la popolazione riprenda presto la vita di prima anche sotto l’aspetto civile ed economico. Sono ancora tante le famiglie che stanno aspettando di rientrare nelle case danneggiate, mi auguro che la ricostruzione privata abbia tempi altrettanto brevi».

da sinistra, Andrea Crocioni, il vescovo Bresciani, il sindaco Corbelli e il comandante dei Carabinieri Davide Proietti

«E’ la chiesa del capoluogo -ha precisato il sindaco Onorato Corbelli– quindi un punto di ritrovo per tutti. Riapriremo presto anche quella di Isola San Biagio, pronta ma in attesa della messa in sicurezza della casa canonica antistante che rappresenta un “rischio esterno”. Poi San Lorenzo e San Giorgio all’Isola. Prima del terremoto avevamo promosso un itinerario turistico, incentrato sulle chiese rurali, che stava riscuotendo un grande successo».
Il parroco don Dino Straccia, le cui veci a Montemonaco saranno fatte da padre Kumar, di origini indiane, che è stato presentato alla comunità, ha rimarcato di quanto la scossa del 30 ottobre del 2016 abbia portato all’abbattimento morale dei cittadini e acuito il problema dello spopolamento, in atto già da tempo. «Oggi posso affermare che ha vinto la speranza e che la fede, fortificata dalla preghiera, è un grande aiuto per affrontare le traversie di fronte alle quali ci pone spesso la vita».

 


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