Dopo i Sepolcri,
la processione del Cristo Morto

OFFIDA - Dalla Collegiata alla chiesa dell'Addolorata, al Centro del Beato Bernardo. Le parrocchie della cittadina si sono movimentate per un evento che affonda le sue origini al 1770. Sfila il grande carro con il baldacchino del 1870
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La bara con il Cristo Morto nella chiesa dell’Addolorata

foto e testo di Simone Corradetti

Anche Offida si prepara a festeggiare la Santa Pasqua con tante manifestazioni storiche e religiose. In attesa della grande processione di questa sera (inizio ore 20,30), ieri le parrocchie hanno preparato i Sepolcri, come rievocazione dell’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli. In Piazza del Popolo, nella chiesa della Collegiata, è stata fatta una decorazione con fiori e lumini, ai piedi della navata centrale, mentre nel suggestivo monastero di San Marco in piazza Baroncelli, le monache benedettine hanno preparato la loro chiesa con il classico rituale della preghiera, accompagnata da canti religiosi. Diversa la situazione a Borgo Cappuccini dove frati e catechiste hanno provveduto a sistemare il sepolcro nel nuovo Centro polifunzionale del Beato Bernardo, struttura antisismica inaugurata un anno fa esatto, visto che il Santuario è attualmente in fase di restauro, un cantiere aperto.

Il Centro polifunzionale del Beato Bernardo

Infine, nella chiesa dell’Addolorata è stata allestita, come ogni anno, la storica bara del Cristo Morto che viene portata in processione per le vie cittadine. Appuntamento immancabile per gli offidani, ma anche per le persone dei paesi vicini che spesso si recano ad Offida per pregare. La processione del Cristo Morto, affonda le sue origini nel 1770, quando la Confraternita dei Santissimi Cuori di Gesù e Maria, fondata da benestanti devoti offidani, acquistò la chiesa di San Giovanni (oggi dell’Addolorata) assumendosi l’impegno solenne di svolgere la processione ogni anno, nel giorno di venerdì santo.

Il grande carro con baldacchino (“la bara”) che oggi trasporta il Cristo per le vie di Offida, è del 1870: straordinaria opera di artigiani locali. In particolare, i ricami in argento sul drappo nero, furono eseguiti dalle monache benedettine e da alcune tra le più abili donne del luogo. Il carro, che sostituì la precedente inadeguata lettiga, fu progettato da Alcide Allevi e le decorazioni furono eseguite dall’ascolano Lorenzo Mancini. Furono necessari quasi due anni di lavoro, e alla fine il costo superò le 2.000 lire. La bara viene mossa su ruote da sei uomini, alloggiati all’interno, che durante la processione per le vie di Offida seguono la linea nera appositamente disegnata sulla strada. La processione è ancora oggi un appuntamento immancabile per la cittadinanza che anche oggi seguirà il carro in silenzio sulle note funebri del Corpo bandistico Città di Offida.


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