Marco Fioravanti
di Franco De Marco
Marco Fioravanti, 36 anni, di Fratelli d’Italia, imprenditore di una piccola società di comunicazione (Imagina), è il favorito della corsa a sette per diventare nuovo sindaco di Ascoli. A sostenerlo ci sono ben 10 liste con 311 candidati consiglieri su un totale di 733: Lega, Fdi e le civiche Insieme per Ascoli, Scelta responsabile, Per Ascoli, Noi di Ascoli, Forza Ascoli, Servire Ascoli, Cittadini in Comune e Noi siamo Ascoli. Fioravanti è stato scelto dal tavolo romano del centrodestra al completo (Lega, Fdi e Fi con quest’ultima che però a livello locale si è dissociata e divisa non presentando alcuna lista col simbolo berlusconiano). Conta di vincere al primo turno anche se la presenza di 7 candidati farebbe ipotizzare il contrario. Si pone come continuatore della politica amministrativa del sindaco uscente Guido Castelli. Se vincesse Ascoli avrebbe il più giovane primo cittadino della storia. Ha idee molto chiare. Si “applica”. Ha un simpatico soprannome, Lu benz, che gli fu affibbiato dagli amici quando, quattordicenne, lavorava in una pompa di benzina. Ne è orgoglioso. Tanto che, forse per evitare strumentalizzazioni, ha diffuso un post con intervista al suo datore di lavoro che lo ricorda come molto diligente.
Si descriva agli elettori. Racconti la sua storia personale di vita e di politica e perché gli ascolani la dovrebbero votare.
Marco Fioravanti firma il Patto per Ascoli
«Sono Marco Fioravanti. Ho dovuto rimboccarmi le maniche fin da 14 anni lavorando d’estate. Poi sette anni in fabbrica dopo il diploma. Sono cresciuto in fretta. Ho compreso sofferenza, stanchezza alla catena di montaggio, i turni di notte e la drammatica esperienza della chiusura della fabbrica. Conosco la durezza della vita, ma sono andato avanti. Studiavo di notte mentre lavoravo e mi sono laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Eletto nel 2009 consigliere comunale, dopo 5 anni triplico le preferenze elettorali. Dal 2014 al 2019 sono presidente del Consiglio comunale di Ascoli. Un percorso di grandi soddisfazioni: un arricchimento umano e politico. Dicono che sono troppo giovane, ma gli ostacoli superati hanno aumentato di tanto i miei 36 anni di vita anagrafica, la mia maturità nell’ascoltare, affrontare e trovare soluzioni per i problemi delle ascolane e degli ascolani. Ho l’energia di un bambino, lo spirito di sacrificio di un operaio, la saggezza che la tradizione orale di tanti anziani vicini alla mia famiglia a partire da mio nonno, mio padre, mi ha trasmesso, la consapevolezza in continua evoluzione dovuta a studi ed esperienze e, dal punto di vista politico, 10 anni di gavetta molto importanti per ritenermi capace di amministrare la nostra Ascoli».
Seduti al tavolo, da sinistra: Giovanni Silvestri, Massimiliano Di Micco, Marco Fioravanti, Guido Castelli
Illustri i tre interventi operativi qualificanti per la rinascita della città, indicando anche dove reperirà le risorse necessarie, che farà nel corso della legislatura nel caso diventerà sindaco
«Vogliamo creare lavoro incentivando investitori italiani e internazionali per combattere la diminuzione degli abitanti di Ascoli e puntiamo quindi sullo sviluppo commerciale e industriale. Istituiamo per questi motivi l’Assessorato allo sviluppo industriale. Di conseguenza Ascoli che cambia volto prevede un Centro di sviluppo che produce ricerca e fa scuola d’impresa da situare in zona industriale. Nel prossimo bilancio saranno previste risorse per questi scopi ma la gran parte di economia sarà prodotta creando una struttura competente in materia di Fondi europei.
Grazie alle nostre battaglie non si realizzerà l’ospedale unico e non sarà annientata la più grande azienda ascolana: l’ospedale “Mazzoni” con 1.200 dipendenti che spendono in città il proprio reddito. Potenziamo la nostra sanità con la realizzazione dell’Azienda Ospedaliera del Piceno per gestire le risorse della mobilità attiva, valorizziamo il “Mazzoni” in tecnologia e soprattutto con la ricerca di primari medici di grande levatura. Così si può dare il miglior servizio per la salute degli ascolani.
Con Ascoli città green d’Italia creiamo occupazione sostenibile combattendo il cambiamento climatico e rendendo efficiente la città dal punto di vista energetico risparmiando grazie alle nuove tecnologie. Puntiamo sull’economia circolare e su una città a rifiuti zero. Turismo e cultura saranno un volano di crescita importante: Centro storico riqualificato. Realizzazione di strutture alberghiere di fascia alta, un progetto innovativo di commercio 4.0 per creare un centro commerciale a cielo aperto in città e la riqualificazione del colle S. Marco sono punti cardine di occupazione e rilancio».
È realisticamente convinto di vincere al primo turno? Nel caso di ballottaggio chi vede favorito tra i suoi avversari? Mettiamo il caso che andrà al ballottaggio, con un avversario che non è Piero Celani, è ipotizzabile un’alleanza con l’ex sindaco che comunque si colloca nell’ambito del centrodestra? Sempre in ipotesi di ballottaggio, chiederà i voti alle liste di estrema destra CasaPound e Osa?
«Guardi, le tante persone che incontro mi danno un quadro molto positivo soprattutto quando leggono il nostro programma e si rendono conto di poter sostenere un progetto reale di cambiamento della città. Ad Ascoli non s’era mai parlato di una piattaforma tecnologica pubblica e reattiva con la quale tutti i cittadini possono confrontarsi con il Comune su idee e progetti da realizzare. Un dialogo trasparente al quale sono convinto i giovani e i meno giovani parteciperanno da protagonisti. Il sociale per noi diventa un punto centrale e vedrete le azioni che introdurremo con il Terzo Settore e la Bottega del Terzo Settore: c’è un esercito di volontari che sono una ricchezza per la nostra Ascoli del cambiamento. Viste le premesse non mi pongo la condizione del ballottaggio, quindi il nostro gruppo grande e fortemente coeso punta al traguardo del 27 maggio».
Dove ha sbagliato, o cosa non ha fatto e avrebbe dovuto fare, il sindaco Guido Castelli nel corso delle sue due legislature?
Marco Fioravanti e Guido Castelli
«Nel nostro programma abbiamo inserito una revisione totale dell’illuminazione monumentale del Centro storico e in generale l’ampliamento dell’illuminazione in tutta la città. Di fatto la risposta può essere trovata dal titolo del nostro programma “Partiamo dal presente…per costruire il futuro”. Tutti gli esseri umani in quanto tali non sono perfetti e quindi commettono errori. Un politico, un amministratore è un essere umano e quindi di errori ne commette certamente. La mia formazione mi spinge a guardare avanti, a vedere l’innovazione nella nostra città. Se Ascoli nell’ultimo periodo è nelle prime posizioni in classifica del “Sole 24 Ore”, un motivo ci sarà. Ecco, dicono che sono troppo giovane, in realtà ho ben 36 anni. Ci sono addirittura capi di Stato che hanno più o meno la mia età in giro per il mondo. Le mie esperienze di vita mi dicono che “buttar via il bambino con l’acqua sporca” spesso crea il danno maggiore. Dobbiamo guardare l’evoluzione guardando il futuro con occhi nuovi: i Romani costruivano sulle costruzioni Picene, nel Medio Evo hanno edificato sulle strutture romane (Ascoli è un concentrato) tutto questo si chiama civiltà. Allora quando si parla di discontinuità in realtà si sta contraddicendo la storia e si formula un concetto vuoto. Noi vogliamo migliorare Ascoli per non far andare via i giovani, per dare più serenità alle famiglie».
Se sarà sindaco si impegna alla continuità con la linea politica e amministrativa dell’Amministrazione uscente? In particolare, verso quali interventi?
«Continuiamo con la riqualificazione di Monticelli: Ascoli è stata tra i primi 24 progetti approvati e che hanno avuto accesso alle provvidenze del Decreto Periferie. Con 28 milioni di euro completiamo il Polo universitario e lo studentato. Con 30 milioni in tre anni daremo scuole sicure e antisismiche per i nostri figli e inseriremo telecamere negli asili e scuole dell’infanzia per dare sicurezza alle famiglie».
Lei, come rappresentante di Fratelli d’Italia, si sente di destra, moderato di destra o di estrema destra?
«Io sono sempre stato sensibile al disagio dei deboli, degli ultimi. La prova è nelle cose che ho sempre fatto fino ad ora. Ho sempre cercato di dare risposte a questi problemi. Un esempio è quello dei genitori separati che non riescono a vedere i figli ai quali vogliamo dare dignità anche di carattere economico. Il sociale per me rappresenta un punto saliente per creare una nuova società. Questi sono i miei valori in un’epoca nella quale le ideologie spesso sono strumentalizzate: purtroppo si fa sempre l’esame del sangue alle parole, alle etichette e non si guardano le concretezze dei fatti compiuti».
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