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Ascoli, la conferma di Vivarini
fa discutere: giusta o azzardata
la scelta di proprietà e dirigenza?

SERIE B - La salvezza é un traguardo minimo e non un successo come qualcuno ha tentato di fare credere. La squadra poteva fare meglio, ma è stata discontinua. Nel prossimo campionato bisognerà puntare a qualcosa di più
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L’allenatore Vivarini e il patron Pulcinelli (Foto Edo)

di Bruno Ferretti

L’Ascoli ha deciso di ripartire con la guida tecnica di Vivarini. Il campionato è finito da in paio di settimane e, a bocce ferme, si possono fare alcune considerazioni su questa scelta. C’è una parte della tifoseria che valuta positivamente il lavoro del tecnico abruzzese e ne condivide la conferma. Un’altra parte, invece, la pensa in maniera diversa e avrebbe preferito un altro allenatore per puntare a un traguardo un po’ più ambizioso. Premesso che Vivarini aveva già il contratto anche per il campionato 2019-2020, la conferma nasce dalla volontà della proprietà e della dirigenza, di continuare con lui nel segno della continuità.

Massimo Pulcinelli tra l’azionista Gianluca Ciccoianni e il presidente Giuliano Tosti

Questa, in sintesi, l’analisi di chi é alla guida dell’Ascoli Calcio: “Vivarini ora conosce meglio la squadra, l’ambiente, la città, sa cosa serve. Meglio dargli fiducia nella convinzione che potrà fare ancora meglio nel prossimo campionato. E poi, in fondo, ha raggiunto con buon anticipo il traguardo salvezza”.

“Con l’organico che aveva, Vivarini doveva fare sicuramente di più – è il pensiero di chi non ne condivide la conferma – l’Ascoli è stato troppo discontinuo, si è fatto rimontare troppe volte dagli avversari dimostrando limiti di personalità. Certo, è meglio salvarsi con tre turni di anticipo piuttosto che soffrire fino all’ultimo minuto dei playout come era accaduto lo scorso anno, ma la salvezza per l’Ascoli è un obiettivo minimo. E ha anche chiuso malissimo con tre sconfitte consecutive”.

Mister Vivarini (Foto Edo)

Dove sta la verità ? Vivarini è un eccellente lavoratore e ha fatto del suo meglio, ma ha un’esperienza limitata. Prima dell’Ascoli, in B aveva allenato il Latina che é retrocesso e poi l’Empoli per alcuni mesi (fu esonerato a dicembre). Il patron Massimo Pulcinelli, dopo l’ultima partita in casa, persa con il Palermo, è stato invitato a dare un voto al tecnico e gli ha assegnato un 8. Stessa alta valutazione per la squadra. Successivamente lo stesso Pulcinelli ha rilevato, sui social, che nessuna delle 4 semifinaliste dei playoff (Verona, Cittadella, Pescara e Benevento) ha battuto l’Ascoli. Verissimo. Ma proprio questa considerazione dovrebbe fargli comprendere che l’Ascoli non aveva niente di meno delle squadre che si stanno giocando la promozione. E che la salvezza è un obiettivo minimo e non un trionfo di cui potersi vantare. Per il maggiore azionista bianconero, ma non solo lui, quella appena conclusa è stata la prima stagione nel mondo del calcio con ruoli direttivi e ampi poteri decisionali. Ha operato bene cercando di infondere entusiasmo, convinzione, fiducia alla squadra, alla dirigenza e alla tifoseria. Pulcinelli ha fatto tutto bene ma, essendo al primo anno, non può ancora avere l’esperienza necessaria. E per valutare un allenatore e il suo lavoro bisogna avere qualche metro di paragone. Anche Bellini era convinto che Petrone fosse il meglio per l’Ascoli, tanto da rinnovargli il contratto quando tutti lo avrebbero esonerato. Anche Bellini era al suo primo anno.


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