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Cagnetti, mezzo secolo di sci
Tutti in festa per il maestro
«Chi va più forte di noi…
è truccato!»

ASCOLI - Il veterano che ha insegnato la disciplina a tre generazioni fra Marche e Abruzzo è stato festeggiato dai suoi allievi all'Hotel Remigio di Monte Piselli. Un'avventura iniziata negli anni d'oro della stazione sciistica picena. Piagge, la base per i pionieri di questo sport e fucina di talenti
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Cagnetti sfreccia sugli sci

di Walter Luzi

Domenico number one. Gran festa per il maestro di sci Domenico Cagnetti a San Giacomo. Nonostante le avverse condizioni meteo sono saliti in tanti al Remigio I° di San Giacomo per stringersi intorno al maestro. Amici, appassionati di sci e montagna, over in maggioranza, quasi tutti introdotti alla disciplina proprio dal popolare maestro delle Piagge.

Un’istituzione

Settantotto anni splendidamente portati, alla soglia del mezzo secolo di …docenza sciistica, Domenico ha insegnato a sciare ad almeno tre generazioni di principianti fra Marche e Abruzzo. Si appuntò sulla giacca a vento il prestigioso fregio tricolore con il fiocco di neve nel lontano 1970, quando corsi e selezioni erano ancora a livello nazionale. Insieme a lui altri due compaesani benemeriti di questo meraviglioso sport invernale: Bruno e Sandro Alesi. Sono loro i tre veterani della scuola dello sci ascolano, grazie ai quali, con il decollo della stazione invernale di Monte Piselli, arriverà a conquistare livelli di eccellenza. «Erano selezioni durissime -ricorda Domenico- affrontate fra Merano, la Marmolada, San Valentino alla Muta e Passo Rolle, e di livello nazionale».
Una gran bella soddisfazione per i tre ragazzi di Piagge, da sempre base per i primi pionieri cittadini dello sci. «Fin dai primi anni ’50 continua sempre Cagnetti- Giovanni Sirocchi ed altri piaggesi scendevano a Porta Cartara a prelevare con i muli materiali e vettovaglie degli ascolani benestanti che volevano provare  l’ebrezza dello sci. Che erano, ovviamente, costruiti artigianalmente di legno, con gli scarponi assicurati alle tavole da legacci di cuoio. Come sherpa himalayani li accompagnavano fin più o meno all’altezza del rifugio Paci, gli spianavano scalettando con gli sci un pendio, e gli insegnavano i primi rudimenti».

Con Bruno e Sandro Alesi

Quando Domenico Cagnetti e gli Alesi si laureano maestri sta per iniziare la prima stagione d’oro dello sci italiano grazie ai successi di Gustavo Thoeni. Il filotto di Coppe del mondo del campione di Trafoi fa da volano alla disciplina invernale nel nostro Paese. Dal primo gennaio 1964 è entrata in funzione la cabinovia che collega San Giacomo a Monte Piselli. Un vero gioiello. Ai neo-maestri di Piagge il lavoro non manca di certo, anche perchè spesso sono chiamati anche nelle stazioni del vicino Abruzzo.
Dal 1980 il maestro Cagnetti comincia ad organizzare settimane bianche verso tutto l’arco alpino, anche sui versanti austriaco, svizzero e francese. Sempre più affollate e sempre più numerose con il passare degli anni. A oggi sono quasi duecento. Grazie alle vittorie di Alberto Tomba lo sci diventa popolarissimo in Italia nei decenni successivi. Nelle domeniche invernali Monte Piselli diventava come un formicaio di aspiranti emuli del campione bolognese. Sono anni d’oro per la piccola stazione sciistica ascolana che registra costantemente boom di presenze con pullman e numerose comitive provenienti anche dal centro-nord della regione. La montagna degli ascolani ha anche una rarissima peculiarità: qui si può sciare vedendo il mare. Una vera chicca. Come è possibile fare solo in altri due posti in Italia e, forse, nel mondo: l’Etna e la Maielletta. Una eccellenza che, purtroppo, non troverà mai nessuno in grado di valorizzarla. E sarebbe bastato poco. Politici, amministratori, enti e inutili carrozzoni lottizzati, in un groviglio letale di burocrazia ed incapacità ne decreteranno il lento ma inesorabile declino fino ai giorni nostri. Immobilismo, gelosie di poltrone, antagonismi e conflitti di competenze e priorità fra Marche e Abruzzo sanciranno la desolante, progressiva, inarrestabile decadenza di questo piccolo gioiello naturale. Peccato. Peccato davvero. Anche se in tanti continuano a sperare ancora nel miracolo: il rilancio in grande stile che meriterebbe. Prima dello stop definitivo ormai imminente.

Monte Piselli ai tempi d’oro

Domenico Cagnetti, insieme a tantissimi appassionati della montagna, hanno vissuto, inverno dopo inverno, questa grande storia dello sci ascolano. «Ho messo sugli sci ragazzine -continua commosso Domenico- che oggi mi portano i loro nipotini». Ex dipendente Enel, pensionato, il maestro Cagnetti non ha solo vissuto, e saputo tramandare, il cambio epocale dei materiali e delle tecniche, ma, soprattutto, è riuscito trasmettere l’entusiasmo e la smisurata passione, indispensabile visti i sacrifici che comporta, per la pratica di questo sport. E sono stati tanti a venirne contagiati. Quelli che andavano in depressione a primavera con lo scioglimento delle nevi e la chiusura degli impianti; quelli che a settembre cominciavano già a guardare le previsioni meteo, l’arrivo agognato delle prime perturbazioni nevose; quelli che si alzavano alle sei nelle domeniche invernali per montare le gomme chiodate alla macchina; quelli che restavano bloccati nel parcheggio dell’impianto perennemente intasato; quelli che cercavano sempre qualcuno che gli riscendesse la propria auto per potersi godere l’ultima discesa fino a San Giacomo; quelli che in settimana bianca erano i primi ad arrivare, la mattina presto, davanti ai tornelli ancora chiusi dell’impianto di risalita; quelli che a fine giornata aspettavano la sicurezza della chiusura piste per scendere a valle con l’ultima discesa; quelli che ci hanno rimesso ginocchia e spalle, ma non si sono arresi; quelli che ci hanno messo anni per imparare a sciare a sci uniti, e poi gli hanno detto che, ora, dovevano allargarli. Quelli che, nonostante tutto, non smetteranno mai di amare questo sport. Grazie a personaggi come Domenico Cagnetti, ormai prossimo al traguardo, nel 2020, dei cinquant’anni di attività. Sarà una grande festa. All’insegna di una delle sue tantissime, famose, battute ai propri allievi: «Chi va più forte di noi… è truccato!».

Foto di gruppo

Le festa


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