di Franco De Marco
Tutto Marco Fioravanti. Il candidato sindaco di Lega, Fratelli d’Italia e 8 liste civiche, in questa intervista a “Cronache Picene”, entra più approfonditamente su alcuni punti programmatici già annunciati e ne svela alcuni nuovi. Ecco la sua visione di città futura sulla quale gli elettori possono farsi un giudizio completo.
Marco Fioravanti
Verso quali elettori pensa di allargare il consenso verso di lei? Ci sono intese con altre liste rimaste escluse dal ballottaggio?
«La mia posizione e quella della mia squadra sono sempre state chiare e trasparenti: abbiamo un programma di 16 punti che intendiamo rispettare ma che, necessariamente, va colto nel suo aspetto dinamico. Dunque siamo aperti al contributo di tutti gli ascolani e quindi anche delle forze politiche che volessero scegliere la strada di una opposizione costruttiva e priva di astio nei confronti della nostra azione di governo. Un sindaco responsabile ha prima di tutto a cuore il bene della sua intera comunità. Il nostro è un progetto di ampio respiro che per garantire i necessari benefici alla comunità deve potersi rendere permeabile a spunti e stimoli migliorativi».
Per quali infrastrutture viarie si batterà sin da subito? Per un’accelerazione della ricostruzione post terremoto come intende muoversi?
«Tre priorità su tutte per quanto riguarda le infrastrutture: collegamento verso Roma, verso Teramo e terza corsia autostradale. In questo ragionamento si inscrive la questione ferroviaria. Con l’elettrificazione della linea Ascoli-Porto D’Ascoli e il lancio del treno Jazz abbiamo riconnesso la nostra citta con il resto della rete ferroviaria. Ora dobbiamo pensare all’intensificazione delle corse lungo la vallata che permette il recupero del progetto della metropolitana di superficie. Sullo sfondo il grande sogno del collegamento su ferro con Roma.
Palazzi lesionati ad Ascoli
Per il terremoto, al di là dell’assoluta inadeguatezza della Regione Marche, sto lavorando alla richiesta di deroga alla legge sulla concorrenza europea. La concessione della deroga permetterà di lavorare alla ricostruzione alle sole imprese del territorio. Saranno due i vantaggi: si eliminano le infiltrazioni mafiose, perché la Guardia di Finanza le conosce bene e le monitora costantemente, e si darà subito lavoro e nuova occupazione nel Piceno e nel resto del cratere sismico. Perché ho pensato alla deroga? Noi siamo in emergenza e i principi fondamentali della Carta dei diritti dell’Europa ci sono negati. Debbono essere ristabiliti. Vi faccio un esempio. La Ciip Spa partirà fra breve alla costruzione del primo stralcio del nuovo acquedotto del Pescara. C’è già uno stanziamento di 27 milioni di euro. Bene, per come stanno le cose ora le imprese locali non potranno partecipare, se non in subappalto e per stralci minori, alla costruzione di questa opera strategica. Con la deroga alla legge sulla concorrenza potranno farlo e quelle risorse economiche ricadranno direttamente nel Piceno. Questo avverrà anche per ogni tipo di appalto pubblico, anche quelli per nuova viabilità. Vi pare cosa da poco? Qualcuno, dotato certamente più di me di importanti competenze giuridiche, dice che con questa presa di posizione stiamo creando un’evoluzione del diritto comunitario. Dentro questo tema c’è un contenuto etico sostanziale. È per questi motivi, perché sentono parlare uno di loro, ex operaio della Manuli, di lavoro, tema centrale per una rinascita, che gli operai dell’Arch Legno che rischiano il posto mi hanno chiamato. Se la deroga fosse già stata attuata, oggi non avremo quelle casette prefabbricate del Consorzio Arcale, ma un vero villaggio turistico in legno con le fattezze dei bungalow del Trentino che all’Arch Legno sanno fare benissimo. Inoltre, viene ridefinito il concetto stesso di emergenza. Ora vale per il dopo scossa sismica, per noi l’emergenza dura finché non si torna alla vita normale in una casa ricostruita. L’onorevole Giorgia Latini ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio Conte per chiedere di attivarsi in Europa».
L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli (foto Vagnoni)
Nella prima parte del suo mandato su quali opere/interventi concentrerà attenzione e risorse?
«Una rapida ricostruzione delle scuole in modo antisismico, sostenibile dal punto di vista energetico, in considerazione dell’Ascoli green che vogliamo realizzare. Un concetto che rilancia la creazione di posti di lavoro in una prospettiva nuova che consenta la riconversione degli over 50 e blocchi l’emorragia di giovani cervelli dalla nostra città e riporti giovani coppie con l’housing sociale al centro della città. Quando parliamo di riqualificazione del centro storico parliamo di commercio, di riuso di edifici e di collocazione nel centro storico di nuove strutture alberghiere di alta gamma. Perché se vogliamo Ascoli capoluogo del turismo dobbiamo anche pensare alle necessità d’accoglienza che questo asset richiede».
Salvini e Fioravanti
La sua posizione contraria al nuovo ospedale di vallata è nota. Se diventerà sindaco, come intenderà rapportarsi con la Regione e quali richieste avanzerà? Solleciterà la riconvocazione della Conferenza dei sindaci dell’Av5 per un nuovo esame della pratica?
«La nostra battaglia e quella di migliaia di ascolani che ci sostengono, compresi gli abitanti dei Comuni terremotati dell’entroterra, non è fine a sé stessa, non è uno slogan elettorale. È fondata su numeri della sanità nazionale e regionale perché dai numeri e dalle regole non si sfugge. Non si possono architettare raggiri politici sulla pelle della gente per meri interessi immobiliaristici. È fresca la notizia che in Molise il Commissario regionale ha chiesto l’intervento dei medici dell’Esercito per tenere aperti i reparti ortopedici. Noi ad Ascoli pensiamo a costruire mura ma vanno deserti i bandi per i medici del Pronto soccorso. E il presidente della Regione Luca Ceriscioli non è mai venuto a confrontarsi con noi in Consiglio comunale: è un fantasma, se ne frega degli ascolani. Soltanto la consigliera Leonardi di Fratelli d’Italia per l’opposizione ha posto interrogazioni sul piano sociosanitario. Noi qui abbiamo problemi seri. Vogliamo, come fa un padre di famiglia con il proprio stipendio, pensare e amministrare i soldi per la sanità degli ascolani realizzando l’Azienda ospedaliera. Basta con i milioni di euro che produciamo con le strutture sanitarie del Piceno che ci vengono scippate dalle Aziende ospedaliere del nord delle Marche. L’Area Vasta 5 spende per le prestazioni dei pazienti del vicino Abruzzo, ma non ne guadagna nulla. Fra poco perderemo anche un’eccellenza in campo nazionale come Ematologia, grazie al dottor Piero Galieni e ai suoi collaboratori, che deve essere rafforzata subito altrimenti Pescara il dottor Galieni se lo porta via. Poi c’è un’altra cosa per la quale mi batterei da subito: ripensare alla rappresentanza nella Conferenza dei sindaci. Vi pare normale che Palmiano conti come Ascoli Piceno in un voto sui temi della sanità? Vi pare normale che i 184 abitanti di Palmiano contino come i 48.000 di Ascoli? Per Ata Rifiuti e Ciip Spa i Comuni votano per il peso ponderale. Conta chi ha più abitanti, una regola sacrosanta della democrazia. Così deve essere per la Conferenza dei sindaci sulla sanità che non dovrebbero avere solo una mera indicazione consultiva. I cittadini attraverso i sindaci devono avere un peso nelle decisioni anche in ambito regionale. Ora abbiamo una democrazia dimezzata in sanità. È per questo che Ceriscioli fa e disfa a piacimento».
I due sfidanti al ballottaggio
Rinascita del centro storico in senso di ripopolamento, ripresa delle attività commerciali e manutenzione: quali provvedimenti operativi ha intenzione di mettere in campo?
«Alcune ipotesi di lavoro le ho fatte in precedenza. Intanto invito tutti a leggere, se ancora non l’hanno fatto, il nostro programma che non è un libro dei sogni. Puntiamo su una forte riqualificazione strutturale del centro storico. Ma poi ci sono contenuti in una riga come il commercio 4.0. Non abbiamo spiegato di cosa si tratta ancora. Non lo abbiamo fatto volutamente perché in una campagna elettorale così veloce non ci sarebbe stato il tempo giusto per far comprendere il progetto, perché di questo si tratta, ma vi assicuro e assicuro tutti gli ascolani, in particolare chi vorrà investire nel commercio, che ci sono davvero nuove prospettive. Quando parliamo di un ulteriore sviluppo universitario non abbiamo in mente solo lo sblocco di 28 milioni di euro per completare il Polo universitario con mensa e studentato e l’inserimento di nuove facoltà e corsi. Pensiamo, inoltre, all’area ex Sgl Carbon per uno sviluppo integrale del nostro territorio. Anche di questo non abbiamo volutamente detto, ma sono in corso già azioni su questo fronte. Il nostro programma apre una porta ad una partecipazione mai esistita in città: una piattaforma digitale open source pubblica sarà la porta aperta in ogni secondo tra cittadini e Amministrazione comunale. Qui progetti, idee di ogni ascolana e ogni ascolano potranno interagire ed essere condivisi con la città. Io spero molto che i nostri giovani, ma anche tutti gli interessati, possano costruire la nuova Ascoli, la propria Ascoli, quella che abbiamo pensato secondo idee innovative che dovranno essere un fermento pulsante, un’animazione costante tra gli ascolani e il Comune in tutte le sue sfaccettature. Si tratta di un cambio epocale. Questa infrastruttura digitale promuoverà la città, che è tra le prime per nascita e presenza di start up, una smart city nel panorama nazionale. Questo sarà uno strumento per criticare in modo costruttivo e sentire il polso vivo della città, per dare risposte, per variare in corso d’opera progetti e misurarne il gradimento. Sarò un sindaco che cammina a fianco degli ascolani, non davanti a loro».
Fioravanti e Guido Castelli
Sia lei sia il suo avversario Piero Celani fate riferimento al centrodestra. Dopo il ballottaggio, che tipo di rapporti prefigura? Esiste l’ipotesi di una pacificazione e di un ritorno alla collaborazione politica in vista anche delle regionali 2020?
«Noi abbiamo un programma e una squadra. Se la maggioranza degli ascolani ci affiderà il compito di amministrare la città lo farà sulla base di questi due elementi su cui si fonda la nostra proposta. Chiunque vorrà sostenerci nel corso del mandato con contributi intelligenti e stimoli meritevoli di attenzione sarà il benvenuto. Non abbiamo la bacchetta magica anche se abbiamo studiato e valutato insieme a persone competenti ciò che abbiamo inserito nel programma. I 16 punti cui alludevo prima diventano un cronoprogramma del nuovo sindaco. Su quei temi vogliamo essere monitorati, pungolati, criticati. E in ordine a quello che avverrà in futuro io non ho mai voluto essere scelto a livello nazionale (lo avete anche riportato), avevo lanciato l’idea delle primarie nel centrodestra ma non si è trovato l’accordo per farle. Fratelli d’Italia aveva messo sul tavolo una scelta responsabile. Più onesta e intellettuale di questa si muore. Ora dunque siamo qui a giocarci il futuro della città e non lo faccio a cuor leggero. Stando per natura dalla parte degli ultimi, come la mia vita fino ad ora testimonia, è della loro vita che mi interessa segnare un’inversione di tendenza: tante persone debbono vedersi restituire una dignità che gli è stata sottratta».
Il Ventidio Basso
Per le regionali del 2020 lei fa il tifo per la candidatura a presidente del sindaco uscente Guido Castelli? Ritiene che sia l’uomo giusto di un centrodestra classico?
«La Regione non ha mai smesso di essere matrigna nei confronti di Ascoli e del sud delle Marche. L’esperienza dell’attuale giunta Ceriscioli, se possibile, ha perfino aggravato la situazione. Una candidatura autorevole ed ascolana sarebbe nell’interesse di tutti».
Può fare, prima del ballottaggio, per trasparenza verso gli elettori, il nome almeno di alcuni degli assessori? Lei ha dichiarato che la sua eventuale giunta sarà un mix di esperienza e di new entry. Alla luce del risultato delle liste nel primo turno chi si è guadagnato il posto?
«Resta quello che ho dichiarato, ma è evidente che ancora finché non ci sarà un risultato finale sarebbe intempestivo e poco realistico parlare di deleghe e assessori. Dico soltanto che ci sono molte persone competenti».
Il professor Papetti
Come intende riorganizzare la macchina comunale?
«Quando sono stati eletto consigliere comunale per la prima volta, il Comune contava su 520 dipendenti. Ora siamo “appena” 380. I tagli, la crisi, il blocco del turnover over e l’emergenza terremoto hanno penalizzato fortemente la nostra macchina comunale che va ristilizzata e rafforzata con nuove risorse umane. Sarà necessario un riadattamento della struttura ma questo va di pari passo ad una riorganizzazione delle deleghe assessorili».
Cultura. Che idea ha per la gestione tecnica e per la programmazione dei teatri comunali Ventidio Basso e Filarmonici e per l’auditorium “Montevecchi”? Proseguirà l’affidamento all’Amat?
«La cultura continuerà ad avere un particolare rilievo nella nuova Amministrazione. Ne consegue che sarà rafforzata la programmazione nei due teatri e per l’Auditorium pensando ad una crescita che valuti anche una riorganizzazione degli affidamenti con punto di riferimento la qualità».
Ritiene che per la programmazione delle attività teatrali (prosa, lirica, danza, eccetera) dei teatri comunali sia utile la figura di un direttore artistico? Per quanto riguarda invece i musei cittadini, conferma che proseguirà la collaborazione con il professor Stefano Papetti?
«Fin da subito diciamo che Papetti farà parte del nostro progetto di città. Ma non ci limitiamo a questo, vogliamo creare un team propositivo che attinga a personalità locali e nazionali, per creare un percorso culturale nel quale Ascoli rappresenti una tappa di un cammino nazionale ed internazionale come insegna la mostra di Tullio Pericoli che la Fondazione Carisap ha permesso di realizzare. La direzione artistica dei teatri sarebbe una cosa favolosa ma dobbiamo fare i conti con i costi di simili consulenze».
Piano Regolatore Generale: pensa che siano opportune alcune varianti?
«Il Prg è stato appena approvato, ora non ci resta che valorizzare l’impostazione strategica che fa da sfondo alle intuizioni del professor Cervellati. Penso al Parco fluviale che diventerà una forte attrattiva esperienziale per i turisti e per gli stessi ascolani o alle indicazioni infrastrutturali come la nuova viabilità sul Tronto. Ascoli fino al 2015 era l’unica città delle Marche senza un PRG adeguato al PPAR, una cosa assurda. Il lavoro fatto è stato prezioso. Al di là di alcuni adattamenti in corso d’opera che in parte abbiamo fatto e in parte faremo, non mi pare vi sia un’esigenza prioritaria di procedere a varianti di un certo rilievo. Se dovesse accadere ne parleremo con la comunità ed in piena trasparenza».
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