Fenomeno “Gta Sun Beach”: ironia, beneficenza e amore per il territorio

SAN BENEDETTO - Coi suoi oltre 100.000 followers tra Facebook e Instagram, da quasi 10 anni è una delle pagine più seguite del Piceno. Dai post ironici divenuti virali alle battute ficcanti, dalle segnalazioni più serie alle iniziative solidali, non manca mai di creare sano dibattito. Nonostante hater e vuoti campanilismi da tastiera. Il racconto del creatore Davide Piccinini
...

 

di Luca Capponi 

 

Ironia ficcante, meme, satira, risate ma non solo: confronti su temi seri, riflessioni, amore per il territorio che si estrinseca attraverso campagne di beneficenza, azioni di ripulitura delle spiagge, segnalazioni costanti su qualsiasi cosa lo riguardi, nel bene e nel male. Sì, perché nel corso del tempo, sono quasi passati dieci anni, Gta Sun Beach è divenuto un contenitore social a 360 gradi. Con una peculiarità da non sottovalutare: quella di non prendersi mai troppo sul serio. Anche davanti al mesto proliferare di haters ed analfabeti funzionali. Un aspetto che, in un mondo dominato dall’esaltazione dell’ego, aggiunge ulteriore caratura a questa pagina che, tra Facebook e Instagram, mette insieme oltre 100.000 followers. Numeri da non sottovalutare, soprattutto per un territorio come quello Piceno.

Davide Piccinini, il “papà” di Gta

 

Dietro al “fenomeno” Gta Sun Beach, nome che omaggia lo storico videogioco Grand Theft Auto e la città in cui nasce, cioè San Benedetto, c’è Davide Piccinini. Classe 1982, lavora nel campo della comunicazione da una vita, vive a Grottammare ed ogni giorno si preoccupa di selezionare e rifinire decine di contenuti, cosa che lo ha portato a divenire punto di riferimento, spesso creando dibattito, ma sempre fornendo comunque un punto di vista vero.

 

Fino a finire, ad esempio, su “Il Venerdì” di Repubblica per una vignetta sul modo di affrontare la quarantena da Covid molto…rilassato ed alla ribalta nazionale per il manifesto “C’è la faremo”, affisso in Riviera nello stesso periodo, e che racconta una storia molto più profonda di quanto si possa pensare.

Il meme finito su “Il Venerdì”

 

«Il meme finito su “Il Venerdì” è stato letteralmente una medaglia al merito – racconta Piccinini -. Poi l’avventura del cartellone pubblicitario con la scritta sbagliata “C’è la faremo”, la cui ispirazione arrivò in seguito alla lettura di alcuni commenti sotto i nostri post, che appunto riportavano questa dicitura errata. Da lì l’idea del cartello che fece il giro d’Italia e dei social e che servì a noi per fare tanta beneficenza dopo avere creato delle magliette a tema».

 

Tutto però ha avuto inizio qualche anno prima, da zero prima, poi affermandosi pian piano anche a livello extra cittadino.

 

«Gta Sun Beach nasce nel novembre 2015 ma solo nel 2016 inizia a prendere forma – spiega ancora Piccinini -. Ero a casa in convalescenza e decisi di utilizzare quel tempo libero per tirar su un progetto su cui riflettevo da tempo. Volevo dare a San Benedetto una visibilità sui social che ancora non aveva. Mi sono guardato attorno ed ho notato che c’erano tanti “argomenti” non trattati dai quotidiani locali: iniziai ad evidenziare le piccole cose che non andavano, i disagi, il degrado, la parte sporca che giornalmente i sambenedettesi si trovavano davanti. Poi è arrivata la parte più artistica, quella dei meme e dei fotomontaggi. Alla fine la piega giornalistica è stata spontanea: i cittadini mandano segnalazioni a noi come alle redazioni locali, forse anche di più dato che non abbiamo quell’alone istituzionale che a volte spaventa».

Il mitico cartello

 

«Essere un punto di riferimento, poter essere contenitore di fatti, sentimenti e passioni che riguardano il posto nel quale sono nato e cresciuto era esattamente uno degli obiettivi che mi ero prefissato – ricorda -. Lo conosco troppo bene, era inevitabile. Ovviamente sono lieto di esserci arrivato, ancor più lieto di aver superato le barriere territoriali ed aver esteso la nostra portata a tutto il Piceno ma anche Abruzzo nord e fermano/maceratese».

 

Tutto ciò, ovviamente, comporta anche molto sacrificio e molta pazienza nei confronti di chi, purtroppo, non trova di meglio che riversare le proprie frustrazioni su una tastiera.

Altro meme spassoso

 

«Da anni lavoro nel campo della comunicazione con la mia agenzia e così questa deriva social è stata per me la normale prosecuzione di un percorso – continua -. Oramai ho una certa dimestichezza e la velocità in molti casi è fondamentale. Il tempo per gestire la pagina riesco quindi a ricavarlo facilmente. Il problema è andare in vacanza: una vera e propria da allora posso dire di non averla fatta mai perché questo progetto richiede una reperibilità praticamente totale».

 

«Non sono mancate ovviamente le minacce, di ogni genere e da ogni fronte: gestire una pagina così controversa ha i suoi lati negativi – va avanti Piccinini -. Le soddisfazioni però superano di gran lunga le seccature, soprattutto quando vengono dal mondo reale. Per esempio, secondo me la parte più figa di tutta questa avventura che si sviluppa in un mondo virtuale è in realtà ciò che fa accadere nel mondo reale. Parlo, come detto, della beneficenza: il fatto che con Gta io riesca a catalizzare l’attenzione sui bisogni delle persone che da sole non ce la fanno, e vedo altre persone che si attivano per aiutarle, per me è il massimo. Parlo dei “Beach Clean Up” che organizziamo: quando vedo tutta quella gente che partecipa alla pulizia della spiaggia e penso che sono riuscito a portarcela grazie a Gta, per me è un sogno».

 

Difficile pensare, in un contesto del genere, al lato negativo che pure c’è: basta aprire qualsiasi pagina con un certo seguito e scorrere i commenti per rintracciare puntualmente grettezza, aggressività e negatività. Un fenomeno difficilmente comprensibile.

 

«Una considerazione che mi riporta alla mente tante battaglie con tanti idioti – ricorda Piccinini -. Battaglie che ho perso, ovviamente, perché si sa che l’idiota prima ti porta al suo livello poi ti batte con l’esperienza. Se parliamo nel dettaglio del fenomeno “analfabetismo funzionale“, direi che la situazione è gravissima ma effettivamente un significativo peggioramento non lo vedo. Tra le mie preoccupazioni maggiori c’è la totale indifferenza verso la verifica delle fonti: molti, quando leggono una notizia, un commento, un blog, non si preoccupano minimamente di capire chi è che sta parlando, quali sono le qualifiche che ha quella persona per dire quella cosa lì. Questo perché se quella cosa che hanno letto soddisfa e rafforza le loro precedenti convinzioni, non hanno bisogno di sapere altro. Si preferisce credere che sapere».

 

«Gli hater sono manna dal cielo – ammette -. All’inizio ci soffri tanto perché pensi di avere di fronte persone normali che magari sanno quello che dicono, e quindi ti senti giudicato a ragione, senti la pressione. Non è bello. Poi però realizzi che sei tu che gli dai quel potere e che in realtà il più delle volte è gente che non capisce niente, ma che ci gode a venire lì ad insultare solo per il gusto di farlo. Allora ti si sposta il punto di vista, come per magia, e quello schifo inizia a scivolare via. Adesso gli hater sono solo quello che in effetti devono essere per chi gestisce una pagina simile: sono manna dal cielo. Ora banno dalla pagina solo chi si mette ad insultare gli altri utenti, mi piace proteggerli».

 

Altro tasto dolente, l’esasperazione del campanilismo tra San Benedetto e Ascoli, che su Gta Sun Beach vede spesso consumarsi teatrini ai limiti dell’imbarazzante tra le due “fazioni”.

 

«La gente è frustrata – sottolinea Piccinini -. Personalmente, non intendendomi di calcio, il discorso del campanilismo non l’ho mai vissuto né capito. Certamente si spiega a più livelli, sociologici e psicologici e alla fine, quando proprio sfocia in atteggiamenti aggressivi, viene fuori solo quello: frustrazione e un pizzico di primitività».

 

Chiusura però con altre note piacevoli. Un ennesimo progetto imperniato su solidarietà e altruismo ed un futuro top secret ma foriero di novità.

 

«Di progetti in corso e in cantiere ce ne sono tanti: tra i primi devo assolutamente parlare del progetto “Un pezzo di cuore“. In sintesi, abbiamo preso dei frammenti dell’ex stadio “Ballarin” e ne abbiamo fatto degli oggetti da vendere a scopo benefico, il cui ricavato sarà totalmente devoluto in beneficenza alle associazioni di volontariato del territorio. Degli ultimi invece non ne posso assolutamente parlare perché credo molto nell’effetto sorpresa».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X